Scontri al corteo per Ramy a Roma, furia Meloni dopo i disordini: premier dura per la "vendetta"
Scontri tra polizia e manifestanti a Roma al corteo per Ramy. La premier Giorgia Meloni parla di "vendetta" e si schiera dalla parte degli agenti feriti
Giorgia Meloni ha commentato gli scontri al corteo per Ramy Elgaml a Roma. Ci sono stati disordini tra manifestanti e forze dell’ordine. La premier non usa giri di parole e li definisce “ignobili”, causati dai “soliti facinorosi alla ricerca di vendetta” che “utilizzano una tragedia per legittimare la violenza”. La leader di Fratelli d’Italia ha espresso la sua solidarietà agli agenti feriti.
- Scontri al corteo a Roma per Ramy, parla Giorgia Meloni
- Le parole della premier
- Cos’è successo al corteo
- Le reazioni
Scontri al corteo a Roma per Ramy, parla Giorgia Meloni
Un duro messaggio e una dura risposta quella che Giorgia Meloni affida ai suoi profilo social all’indomani degli scontri avvenuti a Roma tra forze dell’ordine e partecipanti al corteo che ricordava la morte di Ramy Elgaml, giovane rimasto vittima di un inseguimento con la polizia a Milano nella notte fra sabato 23 e domenica 24 novembre 2024.
Otto agenti sono rimasti feriti e a loro si rivolge la premier, esprimendo la propria solidarietà e ribadendo la presenza dello Stato al loro fianco.
Uno scatto che testimonia gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine
Le parole della premier
In un post pubblicato alle 8:35 della mattina del 12 gennaio, la leader di Fratelli d’Italia commenta quanto accaduto solo poche ore prima. Corredato da una foto in cui campeggia uno striscione nel quale si chiede vendetta per la morte di Ramy, c’è il pensiero della presidente del consiglio dei ministri.
“Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza”, scrive parlando dei manifestanti che si sono scontrati con le forze dell’ordine.
“A esse va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”, chiosa, rivolgendosi agli agenti rimasti feriti nei tafferugli.
Cos’è successo al corteo
Ci sono stati momenti di grande tensione a Roma durante il corteo che invocava “Giustizia per Ramy Elgaml”, il 19enne egiziano morto dopo esser stato investito da un’auto dei carabinieri alla fine di un inseguimento.
La manifestazione a Roma non era stata preavvisata alla Questura. Ce ne sono state anche a Brescia, Bologna e Milano, sempre promosse dal Coordinamento Antirazzista italiano. In quella nel capoluogo lombardo è stata lanciata vernice rossa a terra in corso Monforte, sede della Prefettura, ed è stato aperto uno striscione con la scritta “Ramy ucciso dal razzismo di stato”.
Ancora più tesa è stata l’atmosfera nel corteo capitolino. Qui oltre 250 manifestanti dei collettivi autonomi e dei gruppi studenteschi si sono riuniti in serata in piazza dell’Immacolata nel quartiere San Lorenzo. “Vendetta per Ramy, la polizia uccide”, questo uno degli striscioni che portavano con sé. Quando sono arrivati in Piazza dei Sanniti, è partita la guerriglia. I manifestanti hanno colpito i cassonetti e le vetrine di supermercati e della sede dell’Inps. Hanno quindi tentato di sfondare il cordone di agenti in tenuta antisommossa. Ci sono stati diversi contatti tra le fazioni, lanci di bombe carta, petardi, fumogeni, bottiglie e più di una carica di contenimento.
Le reazioni
Alla fine degli scontri, il conto dei feriti tra le fila delle forze dell’ordine è di otto agenti contusi che sono stati curati in ospedale. Ce n’è uno che è stato ferito al volto dall’esplosione di una bomba carta. Lo ha riportato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, che ha parlato di “una vile aggressione contro lo Stato e chi lo rappresenta”.
Oltre a quella della premier Giorgia Meloni, sono state tante le reazioni politiche. Degli scontri ha parlato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “I disordini e gli attacchi alle forze di polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l’esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza. In un Paese maturo e avanzato come il nostro dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell’Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile. Chi non parte da queste considerazioni rischia irresponsabilmente di alimentare l’idea che tali condotte siano talvolta giustificabili e che possano essere messe sullo stesso piano dell’impegno di poliziotti o carabinieri, spesso costretti a operare in momenti e situazioni difficili e concitate, anche a rischio della loro stessa incolumità”, ha detto.
Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista, commenta invece così. “Ancora una volta denunciamo e condanniamo le brutali cariche di polizia contro i manifestanti a Roma, presi a manganellate. Al corteo erano presenti oltre 400 manifestanti, di cui gran parte giovanissimi. Troviamo sinceramente inaccettabile la reazione delle forze dell’ordine che ancora una volta, come ormai succede troppo spesso nelle manifestazioni di piazza, invece di garantire l’ordinato svolgimento dei cortei, ha inopinatamente deciso di intervenire, caricando brutalmente i manifestanti”. Le proteste si sono scatenate soprattutto dopo la pubblicazione del video della telecamera in dotazione alla volante dell’Arma che mostra come i carabinieri abbiano impattato contro lo scooter su cui viaggiava Ramy Elgaml e nel quale si sentono anche alcuni commenti dei militari che parlano dell’essere riusciti a fermare il 19enne, e l’amico che viaggiava con lui, dopo un lungo inseguimento.