Riaperture, ristoranti, palestre: le proposte delle Regioni
Venerdì la cabina di regia sulle riaperture previste a maggio. Ecco cosa potrebbe cambiare
Si fa sempre più forte il pressing delle Regioni per le riaperture di molte delle attività rimaste congelate nelle ultime settimane, a causa della pandemia di Covid-19 e del decreto che stabilisce le regole fino al 30 aprile. Come riporta l’Ansa, venerdì è prevista una nuova riunione della cabina di regia del governo, convocata dal premier Draghi; oggetto dell’incontro sarà il nodo sulle riaperture e il ritorno della zona gialla, cancellata dall’ultimo decreto.
Riaperture a maggio: il cronoprogramma
Proprio la zona gialla potrebbe fare il suo ritorno già prima dello scadere del decreto, il 30 aprile, mentre le Regioni invocano a gran voce le riaperture di bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema e teatri.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la bozza del cronoprogramma prevede la riapertura in primis di bar e ristoranti a pranzo e a cena, sfruttando gli spazi all’aperto e con regole molto rigorose per gli spazi interni; poi i luoghi della cultura e dello spettacolo, infine palestre e piscine.
Compatibilmente con la scelta di tenere aperti i ristoranti anche la sera, potrebbe slittare anche l’orario del divieto di circolazione: il coprifuoco scatterebbe quindi a mezzanotte e non più alle 22.
Riaperture, le proposte delle Regioni
Le Regioni hanno redatto un documento da presentare a governo e Cts che contiene le loro proposte per le linee guida da adottare in vista delle riaperture. Diversi i nodi da sciogliere.
Uno riguarda gli spostamenti tra regioni: i governatori chiedono che siano autorizzati almeno tra regioni in zona gialla, per stimolare il turismo.
“Gli alberghi e le altre strutture sono aperti ma se le persone non possono spostarsi sono destinati al fallimento”, ha ricordato il presidente ligure Giovanni Toti.
Le regole per i ristoranti
Per quanto riguarda bar e ristoranti, le Regioni propongono di integrare le attuali misure con “strategie di screening/testing”. Dove possibile si deve incentivare l’uso di spazi esterni e l’apertura di porte e finestre.
Va privilegiata la prenotazione, con divieto di assembramento davanti ai locali. Negli spazi chiusi bisognerà assicurare i 2 metri d distanza tra i clienti, mentre sarà sufficiente 1 metro all’aperto.
Dopo le 14, la consumazione sarà obbligatoria al tavolo; l’uso della mascherina sarà obbligatorio quando non si è seduti. Via libera anche ai buffet, a patto che i clienti si presentino indossando la mascherina e non tocchino i cibi.
Le misure per palestre e piscine
Secondo le Regioni, palestre e piscine possono aprire anche in contesti ad alto rischio. Per evitare assembramenti gli ingressi e le attività devono essere regolamentate e pianificate, attraverso la prenotazione.
Nelle palestre gli spazi vanno organizzati in modo da garantire la distanza minima di 2 metri, che può scendere a un metro quando non si svolge attività fisica. Gli attrezzi devono essere disinfettati dopo ogni uso.
Per quanto riguarda le piscine, le Regioni propongono un’area di 7 mq di superficie a persona. Nelle altre aree il distanziamento deve essere sempre di due metri.
Prima di entrare in vasca è obbligatoria la doccia saponata, e va sempre indossata la cuffia.
Riaperture di cinema e teatri
Per quanto riguarda cinema, teatri e sale da concerto, secondo le Regioni le misure della loro proposta sono in grado di “consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definite ad alto rischio, purché integrate con strategie di screening/testing”.
I posti a sedere vanno distanziati lasciando almeno 1 metro tra uno spettatore e l’altro sia frontalmente che lateralmente: obbligatoria la mascherina; da privilegiare la prenotazione. Nei guardaroba, indumenti e oggetti personali “devono essere riposti in sacchetti porta abiti”.
Sul tema, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha chiesto al Cts di di aumentare i posti a sedere secondo queste modalità: 500 persone al chiuso e 1000 all’aperto e un tetto del 50% al coperto, invece che del 25%.
Per quanto riguarda spettacoli musicali e teatrali, la misura chiave secondo le Regioni è il distanziamento personale anche durante le prove e nel ‘dietro le quinte’: aree trucco, camerini, ecc.
Artisti e personale devono indossare la mascherina “quando l’attività non consente il rispetto del distanziamento”. Da evitare l’uso promiscuo dei camerini.
Gli orchestrali devono mantenere almeno un metro di distanza dagli altri musicisti. Per gli strumenti a fiato la distanza aumenta a 1,5 metri; il direttore deve stare a 2 metri dai professori d’orchestra.