Riaperture, De Luca cita Totò e fa una proposta: nuovo sfogo
Il governatore della Campania ha lanciato un duro attacco al governo: "Meno tamponi di tutte le Regioni"
Si è lasciato andare a un duro sfogo Vincenzo De Luca nel corso della sua diretta streaming per fare il punto sull’emergenza coronavirus. Il presidente della Campania, infatti, ha parlato di un “crollo generale” su diversi fronti, sia psicologico che politico, “che va dalle istituzioni ai singoli cittadini”. Per De Luca la situazione resta “preoccupante”, tuttavia molti si comportano “come se l’epidemia non esistesse”.
“In Italia – ha aggiunto – non controlla più niente nessuno, siamo al crollo psicologico e politico, tutto il lavoro è approdato a una conclusione semplice”.
Poi la citazione di Totò: “Come diceva in un film Totò affacciato a una finestra di una ex casa chiusa ‘Arrangiatevi‘, questa è la sintesi dei mille comitati scientifici che abbiamo nominato, della serie si salvi chi può”.
Sulla Fase 2, inoltre, De Luca ha dichiarato: “Chi cerca affetti aspetti, le misure di controllo presso aeroporto e autostrada rimarranno in vigore fino a fine maggio. La fase 2 è molto più complicata”.
Poi una proposta per i ristoranti: “Dobbiamo aprire giovedì, non lunedì. Con le attuali linee guida il 70 per cento dei ristoranti non potrà aprire, noi vogliamo aprire tutto ma dobbiamo approvare misure diverse. Per i negozi è diverso, possono partire da lunedì. Ma i ristoratori no, non ci sono le condizioni di sicurezza, lunedì non potranno fare neanche una sanificazione”.
“Servono – ha aggiunto il governatore campano – misure diverse, meno restrittive. Un metro di distanza tra cliente e cliente, non due, e pannelli di separazione in vetro, plastica e plexiglas tra un tavolo e l’altro. Ma ripeto per i ristoranti il giorno migliore per ripartire è giovedì”.
Poi l’attacco al governo: “Da Roma abbiamo ricevuto meno tamponi di tutte le Regioni d’Italia: uno ogni 50 abitanti. Al Veneto siamo a un tampone ogni 16 abitanti, quattro volte di piu’, in Piemonte uno ogni 19, in Lombardia uno ogni 21, in Emilia Romagna uno ogni 22, nel Lazio uno ogni 25″.