Riapertura Regioni, cosa pensa Boccia del passaporto sanitario
Secondo il ministro va contro la Costituazione: "Se si riparte, lo si fa tutti senza distinzioni"
“Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono”. Lo ha detto il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, durante l’audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. Il suo intervento è stato ripreso dall’Ansa.
Parole che fanno da sponda al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, scontratosi su questo tema con il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.
Di passaporto sanitario ha parlato anche Nello Musumeci, governatore della Sicilia, mentre la Calabria ha annunciato che accoglierà tutti i turisti a prescindere dalla provenienza.
A proposito della mobilità interregionale, il ministro Boccia ha aggiunto che “se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni. Quella tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo”.
Da valutare il rispetto della quarantena, anche se al momento “non siamo in quella condizione. Pure in quel caso comunque ci vuole un accordo tra le parti”, ha spiegato il ministro.
Boccia si è soffermato sui numeri lombardi dell’emergenza coronavirus. Le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, insieme a Piacenza in Emilia Romagna, “hanno vissuto un’ecatombe, il resto del Paese un dramma. Non paragonerei quelle province al resto d’Italia”.