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Lombardia, zero nuove vittime: per Gori c'è un "nuovo problema"

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori si è detto "felice" ma ha invitato a non abbassare la guardia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Quella della Lombardia con nessun nuovo decesso, “se sarà confermata, è la notizia che aspettavamo da quando è iniziato questo incubo”. A dirlo è Giorgio Gori, sindaco di una delle città più colpite dall’epidemia: Bergamo. Si dice “felice“, come ha dichiarato alla Stampa, tuttavia ha invitato “non esaltarsi. Magari domani ci sarà un nuovo decesso, ma sicuramente è un altro passo verso una situazione sotto controllo”.

La sensazione avvertita dai cittadini del comune lombardo è “un diffuso senso di sollievo”, ha spiegato Gori, che “si traduce nel desiderio di stare fuori” e “quindi in un nuovo problema”.

Venerdì sera – ha aggiunto – è stato faticoso, con piazze strapiene, sabato la pioggia ha aiutato a non riempirle, domenica è stata molto più tranquilla”.

Tracciando un primo bilancio dell’emergenza sanitaria, Gori ha affermato: “Dal punto di vista economico una stima parla di 3mila posti di lavoro persi, ma secondo me è troppo ottimistica”.

Infatti, “all’anagrafe, dal primo marzo contiamo 670 morti in più rispetto al 2019, e già questo dato è tragico. È come se dove è nata l’epidemia, a Wuhan, che è cento volte più grande di Bergamo, ci fossero stati 65mila morti. I decessi sono stati molto più numerosi perché le statistiche contano solo chi ha fatto il tampone, una minoranza”.

Sui motivi che hanno spinto la Regione Lombardia a fare “pochi tamponi“, Gori ha spiegato: “Non ci si è organizzati in tempo per farne di più. In Veneto si sono attrezzati per produrli e sono andati in Olanda a comprare una macchina che ne esamina 9mila al giorno”.

La colpa, per Gori, non è soltanto della Regione “Io ho partecipato a una trasmissione tivù con un viceministro della Salute che annunciava 5mila tamponi al giorno – ha spiegato -, ma in realtà erano solo gli stick”.

A mancare erano “i reagenti, la gara è stata aperta solo due giorni dopo e hanno partecipato 59 aziende. Ci si fosse mossi prima, a Milano e a Roma, avremmo evitato molti guai“.

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