Proteste a Napoli dopo lo stop del Reddito di cittadinanza: tensione fuori dall'Inps, centinaia di telefonate
In seguito alle comunicazioni sulle interruzioni del Reddito, centinaia di persone hanno chiesto chiarimenti all’Inps in merito ai nuovi requisiti
Tanto tuonò che piovve. A distanza di tempo dall’annuncio, sono arrivati i primi sms che annunciano l’interruzione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza. Una misura che ha colpito migliaia di famiglie in tutta Italia e che, nel Napoletano, ha portato centinaia di persone a chiedere spiegazioni all’Inps.
L’avviso della sospensione del reddito
“Fine reddito di cittadinanza, si rivolga ai servizi sociali”. Con questo sms, 169mila famiglie sono state informate nella giornata di oggi – venerdì 28 luglio – dell’interruzione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza.
Una misura attesa da tempo, ma che come spesso accade in Italia riesce comunque a trovare qualcuno impreparato. L’invio dell’sms da parte dell’Inps, destinato alle famiglie nei cui nuclei non sono presenti disabili, minori o over 65, ha creato non poca confusione nei destinatari.
In particolare per tutte quelle persone che, vedendosi privare del Reddito a partire da agosto, avranno tre giorni di tempo per trovare un’alternativa, che al momento sembra essere solo quella di farsi prendere in carico dai servizi sociali.
Le proteste a Napoli
Anche se qualcuno non si sarà fatto trovare impreparato, sembra siano in molti i beneficiari che hanno atteso l’ultimo momento, sperando di non ricevere la segnalazione dell’Inps. Persone che si sono ritrovate “improvvisamente” senza un sussidio, e che quindi hanno cercato di capire come entrare in una nuova forma di assistenza sociale.
È quanto avvenuto a Napoli e provincia (area che primeggia per il numero di sussidi concessi), dove in seguito alla ricezione dell’sms centinaia di persone hanno protestato, recandosi presso le sedi dell’Inps o tempestando di telefonate i centralini.
Nel capoluogo campano è stato richiesto anche l’intervento di una pattuglia della polizia, a causa di due persone che nella alla sede Inps di via De Gasperi hanno avuto un alterco con le guardie che vigilavano gli ingressi.
I problemi dei servizi sociali
Dato che la nuova legge prevede che i nuclei al quale verrà sospeso il reddito dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del comune di residenza, in seguito alla sospensione, con l’ultima rata del Reddito erogata il 27 luglio, si stima che circa 88mila persone potrebbero fare richiesta per accedere al nuovo sussidio.
Una situazione che preoccupa Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS), secondo il quale, come riportato da TgCom24, “la sospensione via sms sta scatenando una guerra sui servizi sociali”.
La richiesta di Gazzi è quella di “intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualcuna o qualcun assistente sociale venga aggredito”.
Come spiegato dal presidente del CNOAS, uno dei problemi principali è che “i nostri uffici, in molte aree non rinforzati né preparati, si trovano a gestire migliaia di situazioni di persone, tra i 18 e i 59 anni, a noi sconosciute perché, fin qui, prese in carico da Anpal o Centri per l’Impiego”.