Parità di genere? La differenza degli stipendi è abissale: quanto guadagnano le donne rispetto agli uomini
Dall'Osservatorio sui dipendenti del settore privato dell'Inps emerge il divario sugli stipendi tra lavoratrici e lavoratori italiani
Circa 8mila euro in meno rispetto agli uomini: è il ‘gender pay gap’ tra lavoratrici e lavoratori del privato in Italia, la differenza di stipendio che secondo i dati dell’Inps c’è tra le donne e gli uomini.
Il divario
Come emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio sui dipendenti del settore privato dell’Inps, nel 2022 le lavoratrici italiane hanno guadagnato in media 7.922 euro in meno rispetto ai colleghi, 18.305 euro lordi all’anno contro 26.227 euro degli uomini.
Secondo i dati dell’Istituto di previdenza il divario è collegato alla maggiore diffusione del lavoro part time tra le donne: sono infatti 3.584.665 le donne che nel 2022 hanno avuto questo tipo di contratto, contro 2.066.260 uomini.
Si tratta del 21% dei dipendenti ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale a fronte del 49 per cento tra le lavoratrici.
Il ‘gender pay gap’ che non risparmia neanche Paesi come l’Islanda dove le donne scioperano per chiedere lo stesso stipendio dei lavoratori maschi.
I dati Inps
Il rapporto dell’Osservatorio Inps evidenzia in generale uno stipendio medio per tutti i lavoratori in Italia, uomini e donne, di 22.839 euro lordi, circa 1.903 euro al mese, che “aumenta al crescere dell’età, almeno fino alla classe 55–59 anni”.
Il divario retributivo si presenta però anche nelle differenze territoriali: al Settentrione la retribuzione lorda media è stata di 26.933 euro mentre nel Meridione di 16.959 euro, 10mila euro in meno.
Quasi un terzo dei lavoratori dipendenti (31,6%) lavora nelle regioni del Nord-ovest, il 23,5% in quelle del Nord-est, il 20,7% al Centro, il 16,9% al Sud e il il 7,3% nelle Isole.
L’aumento dell’occupazione
Tra le note positive, lo studio conferma l’aumento dell’occupazione nel 2022: i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici) con almeno una giornata retribuita nell’anno sono stati 16.978.425 (+4,3% rispetto all’anno 2021).
I lavoratori con la qualifica di operaio rappresentano ancora il 55% del totale (9,3 milioni) contro il 37% degli impiegati, il 4% degli apprendisti, il 3% dei quadri e lo 0,8% dei dirigenti. Rispetto al genere, i lavoratori maschi rappresentano il 57,2% del totale.