Moussa Sangare mentalmente "integro" nell'omicidio di Sharon Verzeni, le parole del gip e la rivelazione
Omicidio Verzeni, parla il gip: lo stato mentale di Moussa Sangare era "pienamente integro". L'omicida ha rilasciato delle rivelazioni inquietanti: ecco cos'ha detto
Moussa Sangare resta in carcere dopo la confessione dell’omicidio Verzeni. È stato il gip di Bergamo, Raffaella Mascarino, su accoglimento della richiesta della Procura a confermare il fermo, soprattutto a seguito delle dichiarazioni shock del killer. Il gip conferma: al momento dell’omicidio, il 30enne era “pienamente integro”.
- Moussa Sangare, secondo il GIP “mentalmente integro” nell'omicidio Verzeni
- La rivelazione shock
- Perizia psichiatrica richiesta del legale
Moussa Sangare, secondo il GIP “mentalmente integro” nell’omicidio Verzeni
Secondo quanto riportato da La Repubblica, il gip di Bergamo Mascarino, all’interno del provvedimento di convalida di fermo per Moussa Sangare ha parlato di “uno stato mentale pienamente integro”.
Infatti, durante la sua confessione Sangare ha parlato di una spinta che lo ha condotto a uccidere Sharon Verzeni. Un dettaglio che, ovviamente, ha sollevato diversi interrogativi sull’effettivo stato mentale dell’omicida.
Tuttavia, nel momento in cui ha compiuto l’atto, e anche nei giorni seguenti, Sangare ha mostrato lucidità.
Il gip nota infatti come il 30enne abbia adottato “tutta una serie di stratagemmi sia prima del delitto” che nei giorni seguenti.
Inoltre Mascarino nota come l’efferato crimine sia stato commesso in maniera “assolutamente gratuita”, da un giovane privo di impegni lavorativi e “spesso preda alla noia”.
Uno stato sicuramente aggravato dall’ambiente frequentato da Sangare, quello della musica rap, fatto di violenza e voglia di prevalere rispetto agli altri.
La rivelazione shock
D’altronde, lo stesso Moussa Sangare non ha fornito alcuna motivazione in merito all’omicidio di Sharon Verzeni.
Al giudice, il 30enne ha dichiarato di non sapere perché ha deciso di compiere l’efferato crimine.
Inoltre, avrebbe anche fatto una rivelazione shock. In merito al coltello con cui ha commesso l’omicidio Verzeni, Sangare avrebbe infatti dichiarato al giudice “Volevo tenerlo per avere memoria di quello che avevo fatto, come un ricordo”.
E, nel momento in cui il giudice gli ha chiesto conferma, domandando al 30enne se considerasse l’arma del delitto come una sorta di souvenir, Sangare avrebbe confermato.
Aggiungendo poi di essersi sentito come liberato da un peso una volta commesso l’omicidio.
Perizia psichiatrica richiesta del legale
Pende dunque su Moussa Sangare l’accusa di omicidio, aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.
Il suo legale Giacomo Maj ha richiesto di considerare la perizia psichiatrica sul suo assistito.
Secondo il legale, quello psichiatrico sarebbe infatti un aspetto da approfondire.