Morte Martina Rossi, imputati assolti. La rabbia del papà
I due imputati nel processo per la morte di Martina Rossi sono stati assolti "perché il fatto non sussiste"
Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati di tentata violenza sessuale di gruppo nel processo per la morte di Martina Rossi, sono stati assolti dalla Corte di appello di Firenze “perché il fatto non sussiste”. Come riporta l’Ansa, citando la sentenza, il fatto non sussiste dall’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo e anche da quella di morte in conseguenza di altro reato.
Martina morì il 3 agosto 2011 cadendo da un balcone a Palma di Maiorca, dov’era in vacanza. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, la giovane stava fuggendo da un tentativo di stupro. Nel dicembre 2018 il tribunale di Arezzo aveva condannato i due imputati a 6 anni.
I genitori di Martina hanno assistito alla lettura del dispositivo stringendosi la mano. Il papà, Bruno Rossi, ha poi commentato con dolore e rabbia la sentenza: “Non c’è niente, Martina non c’è più, e anche la giustizia non c’è più“. La madre è uscita dall’aula subito dopo.
“La giustizia italiana si è interrotta sul lavoro fatto in precedenza”, ha affermato il papà. E ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa avrebbe fatto l’indomani, ha risposto: “Terrò stretta mia moglie“.
“Sono arrabbiato – ha concluso – l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Vuol dire infangare l’onore di Martina, vuol dire sostenere che è volata giù da sola“.