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Covid, la proposta di Giorgia Meloni per affrontare il contagio

Giorgia Meloni illustra un nuovo paradigma contro l'emergenza coronavirus pensato da Fratelli d'Italia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

“Il Governo avrebbe dovuto avere meno spocchia, più serietà e più concretezza, perché oggi l’Italia ha un problema di credibilità che i cittadini pagano”. Lo ha dichiarato Giorgia Meloni al Corriere della Sera, annunciando “una proposta” di Fratelli d’Italia per affrontare l’emergenza Covid. Il discorso di Conte non ha convinto la presidente di FdI. “Come al solito da 6 mesi, il Governo non coinvolge l’opposizione, si limita a farci la telefonata dell’ultimo minuto. Non c’è una strategia complessiva. Stiamo rincorrendo il coronavirus con misure in gran parte inutili. Già ad aprile FdI aveva chiesto dati precisi su mortalità e contagi, alla fine abbiamo dovuto fare da soli con il nostro ufficio studi. Oggi che abbiamo la stra-prevista seconda ondata non sappiamo ancora il rapporto tra tamponi, ospedalizzati, asintomatici, non c’è trasparenza. Cosa è stato fatto da luglio ad oggi?”.

Nonostante il Covid abbia travolto tutta l’Europa e non solo l’Italia, “noi ci siamo fatti trovare impreparati. Perché, con un contagio di ritorno, non si sono fatti controlli a chi veniva dall’estero, tutelate le zone Covid free, contrastati gli sbarchi dei clandestini? Sulla scuola, tutta l’estate a parlare dei banchi con le rotelle, ora il concorso per migliaia di docenti. Erano le priorità? Bisognava dotarsi di termoscanner, di tensostrutture, era prioritario coinvolgere privati per mettere a disposizione i loro spazi”.

La didattica a distanza, ha chiarito Giorgia Meloni, “ci può stare per studenti più grandi, ma è già tardi. Serviva un piano complessivo e completo che avesse come estremo livello di intervento quello della Dad, ma no, il genio di Lucia Azzolina doveva pensare ai banchi con le rotelle. E per i trasporti, cosa è stato fatto? Ah sì, i monopattini! Noi abbiamo proposto il coinvolgimento di privati per potenziare le linee pubbliche, dai pullman turistici ai taxi collettivi, con uno scaglionamento degli orari. Ma no, si è scaricata la colpa sui singoli e non si è predisposto nulla”.

L’intervento economico, ha dichiarato la leader di centrodestra al Corriere della Sera, è stato “confuso, incompleto, deficitario, tragico nell’applicazione. I 10 decreti anti crisi prevedevano nel complesso 252 decreti attuativi, ne sono stati fatti 68, zero per il decreto liquidità e zero anche per il decreto semplificazioni, una beffa! Questo Governo più di sinistra della storia sta rendendo sempre più acuta la frattura tra i garantiti e i non garantiti. E crea un enorme problema di credibilità del sistema Paese, del quale stanno approfittando altri, la Francia in primo luogo”.

“Sta emergendo che purtroppo non stiamo guadagnando immunità di gregge, di Covid ci si può riammalare e fino al vaccino e all’immunizzazione generale potrebbero passare due anni. E allora, rovesciamo il paradigma e organizziamo un sistema non per fermare il contagio a 360°, perché è impossibile, ma per proteggere i più esposti, i più fragili. Si strutturi un’assistenza domiciliare h24, si utilizzino alberghi come residenze da mettere a disposizione per chi va protetto, si mettano in sicurezza le persone in pericolo. Perché se il coronavirus impatta quasi zero sui giovanissimi e tanto sugli anziani, non si può adottare lo stesso sistema per tutti e perdersi in mille rivoli con provvedimenti inutili. Non si muore di solo Covid, ma anche di ospedali che non funzionano più, di nuove e profonde povertà”, ha sottolineato Giorgia Meloni sul Corriere della Sera.

Giuseppe Conte avrebbe escluso il Mes “per risparmiare 300 milioni l’anno sugli interessi del debito e finire nelle mani di una Trojka che ti impone le decisioni. La condizionalità per il Mes c’è, tanto è vero che nessun Paese si è mosso per accedere a quei fondi”. E riguardo il voto a distanza, Giorgia Meloni ha concluso che “siamo contrari. Sarebbe un precedente assolutamente pericoloso. Non si può impattare sulla Costituzione con norme regolamentari. Abbiamo sempre garantito il funzionamento delle Camere, lo faremo. Non fuggiamo dalle responsabilità, il mio telefono è sempre acceso. Sono loro che temono di spaccarsi se aprono al dialogo”.

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