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Medici cubani in Calabria, la denuncia degli europarlamentari: "È schiavitù". La replica di Occhiuto

Alcuni eurodeputati contestano la decisione della Regione Calabria di assumere medici da Cuba per coprire i buchi di organico

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Nelle prossime settimane arriveranno negli ospedali della Calabria decine di medici provenienti da Cuba, chiamati a coprire i vuoti di organico che affliggono la sanità calabrese, da tempo in emergenza. Dal Parlamento europeo però arrivano pesanti accuse all’iniziativa della Regione, bollata come una “una forma di schiavitù moderna” che “viola i diritti umani”. Accuse subito respinte dal governatore Occhiuto.

La Calabria arruola medici da Cuba

La Regione Calabria nelle scorse settimane ha sottoscritto un accordo con le autorità di Cuba per l’arruolamento di 497 medici che andranno a coprire i tanti buchi di personale nelle strutture sanitarie calabresi.

I primi arrivi sono previsti per la fine del mese: un drappello di 50 specialisti che prenderanno servizio negli ospedali calabresi dopo aver frequentato un corso di italiano.

L’iniziativa della Regione Calabria pensata per far fronte allo stato di emergenza della sanità regionale è stata però contestata da alcuni europarlamentari.

La denuncia degli europarlamentari

L’eurodeputata del M5S Laura Ferrara ha scritto una lettera al presidente della Regione Roberto Occhiuto, controfirmata da tre colleghi spagnoli del Ppe e di Ciudadanos, Jordi Canas, Leopoldo Lopez Gil e Javier Nart, bocciando l’arruolamento dei medici cubani.

“Rapporti di Human Rights Watch, Commissione interamericana per i diritti, Parlamento Europeo – scrivono i quattro – hanno denunciato la violazione dei diritti umani e del lavoro dei medici nel contesto di analoghe assunzioni”.

 Medici cubani hanno lavorato in Italia durante la pandemia

“Cuba impone a tutti i dipendenti civili che lavorano all’estero per lo Stato” – continuano – “obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana e i più basilari diritti umani fondamentali”, come la norma del codice penale che punisce con otto anni di carcere chi interrompe la missione e non fa ritorno in Patria.

Nel mirino dei quattro europarlamentari anche il trattamento economico: “La maggior parte dello stipendio (circa il 75%) viene trattenuto a beneficio di una società che esegue la volontà del Governo cubano, una situazione inedita nel contesto di un’assunzione di professionisti”.

La replica di Occhiuto

“L’europarlamentare grillina Laura Ferrara usa impropriamente il logo e la carta intestata del Parlamento europeo, mandando in giro letterine fumose, per fare lotta politica”, ha replicato in una nota il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

“Gli accordi transnazionali con organizzazioni mediche di altri Paesi e di Cuba in particolare non sono una novità. Durante i mesi più caldi della pandemia medici cubani arrivarono in Italia, accolti come eroi, per supportare i sistemi sanitari di Lombardia e Veneto”, ha ricordato il governatore.

Occhiuto ha respinto le accuse al mittente: “L’accordo sottoscritto è stato studiato nei minimi dettagli e approfondito con l’ambasciata italiana a Cuba e con il ministero della Salute. Non ci sarà alcuna violazione dei diritti umani né alcuna forma di schiavitù”.

“Anzi – ha aggiunto – questi professionisti saranno accolti, ospitati e integrati nel modo migliore possibile, e potranno agire e lavorare in massima libertà“.

Fonte foto: ANSA

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