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Marco Lombardo di Azione contro Italia Viva, rottura Terzo Polo: il senatore annuncia nuovi arrivi nel partito

Dalla separazione dei gruppi del Terzo Polo al rapporto con PD e M5s, fino alle aperture a Forza Italia: parla Marco Lombardo, senatore di Azione

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Risponde alle domande con aria sornione Marco Lombardo, senatore di Azione, 42 anni, eletto in Emilia Romagna ma uomo profondamente legato alla sua terra, la Calabria, regione in cui ricopre l’incarico di commissario straordinario del suo partito. È circa a metà del viaggio che lo porterà da Roma – dove ha concluso la settimana di lavori in Aula – a Martone, suo paese di origine vicino in provincia di Reggio Calabria, quando accetta di rispondere in esclusiva alle domande di Virgilio Notizie. Dalla rottura con Italia Viva al caso Santanchè, fino al salario minimo e al rapporto con PD e Movimento 5 stelle, ecco l’intervista.

L’intervista a Marco Lombardo di Azione

Il suo volto tradisce la tensione che, in queste ore, accompagna tutti gli esponenti del (ormai defunto) Terzo Polo. A distanza di neanche un anno dalla loro costituzione, i gruppi alla Camera e al Senato stanno per dividersi, chiudendo in maniera definitiva ogni progetto di percorso in comune. Da una parte Azione, dall’altra Italia Viva, come confermato dallo stesso Carlo Calenda, che ha voluto “smascherare” le intenzioni di Matteo Renzi, anticipando alla stampa l’intenzione dell’ex premier di rompere ufficialmente con gli alleati nella giornata di sabato 5 agosto. Versione confermata anche dallo stesso Lombardo.

Marco Lombardo, perché il progetto del Terzo Polo è naufragato dopo soli pochi mesi di convivenza in Parlamento tra Azione e Italia Viva?

“A differenza di quello che si legge in giro, il rapporto tra Renzi e Calenda c’entra solo relativamente in questa vicenda. È vero, i loro scontri hanno rappresentato un problema per i nostri rapporti interni, ma il punto di rottura dei gruppi parlamentari è sui temi specifici, non sulle persone”.

Cosa intende dire? Che Azione e Italia Viva non vanno d’accordo sul programma?

“Intendo dire che, in questi mesi, sono state molte le prese di posizione dei colleghi di Italia Viva che noi non abbiamo condiviso. Le prime volte lasci passare e aspetti che ci sia un confronto interno. Poi però, quando certi atteggiamenti parlamentari, certi atti politici, si ripetono in continuazione, allora è bene capire che occorre cambiare strada e andare ognuno per la propria via”.

renzi calendaFonte foto: ANSA
Matteo Renzi e Carlo Calenda

Nel concreto, a quali passaggi si riferisce?

“L’ultimo esempio che posso fare è quella sulla vicenda che riguarda Daniela Santanchè. Non abbiamo votato la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle perché la ritenevamo un regalo alla ministra, come poi si è rivelata. Però abbiamo sempre ribadito con forza che deve dimettersi, perché una cittadina che ha accumulato milioni di euro di debiti con lo Stato non può fare parte del governo del Paese, non può rappresentare gli italiani alla guida di un dicastero importante come quello del Turismo. I colleghi di Italia Viva invece non hanno mai nemmeno pronunciato la parola dimissioni”.

Le immagini al Twiga di esponenti del partito di Renzi a cena con la ministra Santanchè hanno peggiorato la situazione?

“Per me quello è un elemento che non ha rilevanza, non giudico le persone da dove vanno a cena. Dico solo che io al Twiga con la ministra non ci sarei andato, preferisco il lungomare di Gioiosa Ionica, dove vado da sempre”.

Ora però c’è il problema di creare dei gruppi parlamentari autonomi: alla Camera il tema non si pone perché i vostri deputati sono 11 (il numero minimo necessario è 10, ndr), ma al Senato siete solo in 4 e la soglia obbligatoria è fissata a 6. Confluirete nel Gruppo Misto?

“Credo che ci saranno delle novità nelle prossime ore”.

Ci sono esponenti di Italia Viva che passeranno ad Azione?

“Noi non facciamo calciomercato. Vogliamo solamente proseguire in un percorso di coerenza rispetto al programma con cui ci siamo presentati davanti agli elettori. Chiunque vorrà farne parte è ben accetto”.

Dopo la morte di Silvio Berlusconi, anche Forza Italia sta attraversando una fase di incertezza. A febbraio ci sarà il loro primo congresso nazionale senza lo storico fondatore, si rincorrono voci su deputati e senatori pronti a lasciare il partito. Per voi potrebbe essere interessante accoglierli, come già successo ad esempio con Carfagna e Gelmini?

“Personalità come Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini rappresentano un valore aggiunto per il nostro partito, così come la stessa Giusy Versace, anche lei proveniente da Forza Italia. Io però sono preoccupato per il calo di consensi degli azzurri, perché questo trend porta ad un inevitabile spostamento dell’asse di governo verso la destra sovranista di Salvini e Meloni”.

La Calabria è la sua terra d’origine e in questa regione lei svolge il ruolo di commissario straordinario di Azione. Qui sostenete il presidente Roberto Occhiuto, eletto dal centrodestra. È un caso a sé stante o rappresenta l’ennesimo punto di contatto tra voi e Forza Italia?

“Noi sosteniamo i progetti seri e quello di Occhiuto per la Calabria lo è, aldilà della sua appartenenza politica. Ora però vogliamo vedere i fatti, a distanza di due anni dalla sua elezioni ho ancora un giudizio sospeso sul suo operato”.

Le piacerebbe fare il governatore della Calabria?

“No, sono stanco di vedere una regione che richiama le persone che se ne sono andate per amministrare il proprio territorio. Io a 19 anni ho scelto Bologna per studiare e risiedo ancora lì, nonostante il rapporto che mi legherà per sempre alla mia terra. La Calabria ha bisogno di donne e uomini che vivono ogni giorno i problemi del territorio, che stanno a contatto con i cittadini. Solo così potremo rilanciare davvero una zona che vive un gap aberrante con il resto d’Italia in molti settori”.

Uno di questi riguarda la retribuzione dei lavoratori. Assieme a PD e Movimento 5 stelle avete trovato un accordo per una proposta comune sul salario minimo. Per il resto però sembrate litigare su tutto. Perché è così difficile fare opposizione insieme a questa maggioranza?

“Quella per il salario minimo è una battaglia sacrosanta che: assieme ad un incremento della contrattazione collettiva, serve per evitare salari da fame e condizioni di lavoro intollerabili. Anche in questo caso, Italia Viva ha preferito smarcarsi, decidendo di non firmare la proposta di legge. Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle, il loro populismo non ci appartiene, ma possiamo trovare convergenze su singoli temi, volta per volta. Il Partito Democratico invece credo che sia ad un bivio”.

In che senso?

“La nuova segretaria Elly Schlein – che conosco molto bene dopo tanti anni di politica insieme a Bologna, seppur spesso su fronti diversi – deve scegliere se trascinare il partito verso l’ala della sinistra estrema, oppure se aspirare ad un ruolo più importante nell’ambito del riformismo pragmatico ma moderato”.

Avrebbe preferito una vittoria di Stefano Bonaccini alle primarie del PD?

“In questa prospettiva sì”.

Fonte foto: ANSA

Elly Schlein e Giuseppe Conte

La rottura Renzi-Calenda: da quanto se ne parla

Si parla ormai da mesi dei rapporti tesi tra Matteo Renzi di Italia Viva e Carlo Calenda di Azione.

La prima grande crepa risale allo scorso aprile, con la rinuncia al partito unico in vista delle future Elezioni europee, nonostante  al momento nessuno dei due partiti, da solo, raggiunga la soglia di sbarramento (4%).

Renzi e Calenda si sono divisi anche su due temi del programma comune del Terzo polo: dal salario minimo (su cui Renzi si è sfilato) al premierato (su cui ha fatto un passo indietro Calenda).

Chi è Marco Lombardo

Marco Lombardo è nato a Locri, in provincia di Reggio Calabria, il 2 gennaio 1981.

Docente universitario, è residente a Bologna.

Il 25 settembre 2022 è stato eletto senatore con Azione: è alla sua prima legislatura.

Dal 19 ottobre 2022 è segretario del gruppo Azione-Italia Viva-RenewEurope.

Inoltre è:

  • segretario della 4^ Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea);
  • membro della 5^ Commissione permanente (Bilancio);
  • membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani;
  • membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

lombardo-terzo-polo-renzi-calenda Fonte foto: Senato / ANSA
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