Locatelli su Omicron: "Meno grave, ma va fermata". Il coordinatore del Cts apre all'obbligo vaccinale
Locatelli fa il punto sulla fase attuale dell'epidemia in Italia spinta da Omicron e apre all'obbligo vaccinale
La crescita dei contagi continua a ritmo battente spinta dalla variante Omicron e, in attesa degli effetti sulla curva epidemiologica delle Feste e del ritorno a scuola, Franco Locatelli ha poche certezze sull’anno che verrà: “Servirebbe la sfera di cristallo”. Per tentare di arginare l’impatto del nuovo ceppo del coronavirus, il governo starebbe pensando di introdurre l’obbligo del vaccino a tutti i lavoratori, una delle ultime carte da giocare dopo le misure restrittive del decreto “Festività”. Una decisione presa come sempre sulla base delle valutazioni del Cts, di cui Locatelli è coordinatore.
Locatelli sulla variante Omicron: “Meno grave, ma va fermata”. Il punto del coordinatore del Cts
Intervistato da Repubblica, Franco Locatelli traccia il quadro della situazione attuale dell’epidemia in Italia: “Siamo in una fase di crescita pressoché esponenziale dei contagi. L’incidenza settimanale per 100mila abitanti è più che raddoppiata in 7 giorni, passando da 350 a 783. Se è vero che il 20 dicembre l’Istituto Superiore di Sanità stimava Omicron al 21%, oggi siamo su valori superiori sia per la maggiore contagiosità che per l’incubazione più breve”.
Il presidente del Consiglio superiore di Sanità cerca di fare il punto sulla pericolosità del nuovo ceppo guardano ai dati che arrivano dal Regno Unito, secondo i quali il rischio di finire in ospedale con Omicron “è un terzo rispetto a Delta”.
Locatelli si attende un rapporto analogo anche sulla mortalità, ma sottolinea come non ci siano ancora informazioni sufficienti in merito.
Nonostante il rischio minore e l’88% di protezione con la terza dose rilevato dalla sanità britannica, il professore si mostra critico rispetto alla linea di Londra di lasciare correre il virus perché, in Italia, “un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario”.
“Alcuni studi dimostrano che la capacità di replicazione è maggiore nell’albero respiratorio superiore (da qui la contagiosità), ma minore nei polmoni, dove si producono i danni più gravi. La terza buona notizia è che l’immunità mediata dai linfociti T – importante per proteggere chi è infettato dalla malattia grave – si conserva bene per parecchi mesi” ha continuato nella sua analisi.
Locatelli sulla variante Omicron: l’obbligo vaccinale
Per fermare la corsa della variante, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico non esclude a priori l’eventualità di disporre l’obbligo vaccinale: “È una scelta che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali – dice. Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l’obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse”.
Locatelli sulla variante Omicron: il punto sui vaccini ai bambini
Il direttore del Dipartimento di Oncoematologia del Bambin Gesù ha rassicurato infine sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini sui bambini: “Ieri in Italia eravamo a 312mila dosi, l’8,5% del totale. Sulla sicurezza non è emerso il minimo segnale di allarme. Abbiamo attraversato le feste, quando si vaccina meno, e io trovo che la cifra sia positiva. Il vaccino serve a tutelare sia la salute dei bambini che le scuole.”
“La priorità di questo governo è sempre stata permettere le lezioni in presenza. Rimandare gli alunni a casa sarà l’ultima cosa che faremo, è un dovere nei confronti delle nuove generazioni. La scuola ha già sofferto troppo, terremo duro fino all’ultimo” è il pensiero di Locatelli.