Liste Forza Italia, scoppia il caso Casellati in Basilicata: malcontento per i big calati dall'alto
Scoppiano le tensioni nel partito Berlusconi dopo l'imposizione della presidente del Senato nel seggio lucano
Scintille in casa Forza Italia per le ultime mosse prima della chiusura delle liste per il voto del 25 settembre. Insieme a Berlusconi, i vertici del partito sono rinchiusi da stanotte per cercare di comporre il puzzle delle candidature che però starebbero provocando tensioni soprattutto tra gli esponenti locali per alcuni pesi massimi imposti sul territorio. A fare scattare le proteste sarebbe stato in particolare il caso della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, calata dall’alto nel collegio uninominale della Basilicata.
- Liste Forza Italia, il caso Casellati in Basilicata
- I malumori in Veneto
- Il caso Castelli nel centrosinistra
Liste Forza Italia, il caso Casellati in Basilicata
L’avvocata fedelissima di Silvio Berlusconi sarebbe stata “spodestata” dal suo seggio storico in Veneto in favore della capogruppo al Senato di Fi, l’emiliana Anna Maria Bernini, per essere dirottata in Basilicata.
Ma i rappresentanti di Forza Italia in Regione non vedono di buon occhio la candidatura di Maria Elisabetta Casellati, piuttosto sostengono quella del sottosegretario potentino all’Editoria, Giuseppe Moles.
“Un senatore che lavora incessantemente per il territorio e che ha portato il partito dal 4% al 12,5%. Il popolo lucano merita rispetto e va rappresentato da gente lucana del territorio. Io sto con Giuseppe Moles” ha dichiarato all’Ansa il consigliere regionale di Fi, Gerardo Bellettieri. “Un senatore che lavora incessantemente per il territorio e che ha portato il partito dal4% al 12,5%. Il popolo lucano merita rispetto e va rappresentato da gente lucana del territorio. Io sto con Giuseppe Moles”.
“Massimo rispetto per la seconda carica dello Stato – ha aggiunto – ma Moles merita riconoscimento per il lavoro svolto da anni sul territorio”.
Lo stesso Moles sarebbe intervenuto per placare il dissenso tra i dirigenti lucani, riuscendo a convincerli ad accettare la candidatura della presidente del Senato nel territorio per spirito di servizio.
I malumori in Veneto
Lo spostamento di Casellati in Basilicata scontenta però anche gli esponenti locali del partito in Veneto. La scelta di mandare Anna Maria Bernini ad occupare quella casella avrebbe innescato un effetto domino che sta provocando malumori contro i vertici del partito a poche ore dalla presentazione delle liste dei candidati.
La decisione è stata accolta con stupore e delusione, per la mancata candidatura di figure di spicco e soprattutto radicate a livello locale, e starebbe per portare all’addio di Dario Bond, vicecoordinatore regionale forzista.
Silvio Berlusconi e Maria Elisabetta Casellati durante l’esperienza da sottosegretario alla Giustizia nel terzo governo del leader Fi
Il caso Castelli nel centrosinistra
Le tensioni interne per la composizione delle liste non riguarda solo il centrodestra, ma anche nella coalizione di centrosinistra si registrano degli attriti sui nomi.
A sorpresa sarebbe stata inserita all’ultimo nell’uninominale per la Camera nel collegio del Piemonte 2 (Novara) la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, ex M5s poi confluita in “Impegno civico” di Luigi Di Maio.
Una scelta che ha spiazzato i dirigenti locali del Pd, perché Castelli ha scalzato dal posto una militante storica, Milù Allegra, segretaria cittadina e consigliera comunale con record di preferenze, che resta comunque nel listino plurinominale al secondo posto.
Ma a fermare tutto è la stessa Castelli: ”Scopro dai giornali, e da qualche simpatico tweet, che sarei candidata all’uninominale di Novara – ha dichiarato. No grazie, ‘casa mia’ è Collegno, se la coalizione ha fatto altre scelte ne prendo atto e in pieno spirito di squadra darò il mio contributo nei plurinominali di Impegno Civico, sperando però che questa campagna elettorale sia caratterizzata da proposte per i cittadini e non da attacchi, insulti e odio”.