La nuova minaccia di Putin all'Occidente: il blocco dell'export di grano. Quali conseguenze per l'Italia
Oltre alle forniture di gas, la Russia minaccia anche di bloccare le esportazioni di grano ai Paesi occidentali responsabili delle sanzioni
La Russia minaccia di bloccare le forniture di gas all’Europa se i pagamenti non inizieranno ad essere effettuati in rubli. Ma la chiusura dei rubinetti non è l’unica “arma” economica che Putin pensa di usare contro i Paesi “ostili”, responsabili delle gravi sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. In mano al Cremlino c’è anche la leva del blocco dell’export del grano, di cui la Russia è uno dei principali produttori al mondo.
La nuova minaccia di Putin all’Occidente: il blocco dell’export di grano
La Russia potrebbe bloccare l’esportazione di grano e prodotti agricoli ai Paesi dell’Unione Europea, Regno Unito, Stati Uniti e Canada: il blocco occidentale che ha imposto severe sanzioni alla Russia, isolandola a livello commerciale e danneggiando gravemente l’economia di Mosca.
La nuova minaccia del Cremlino, dopo quella relativa alle forniture di gas, è stata esplicitata da un fedelissimo di Vladimir Putin, Dmitry Medvedev, ex premier e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.
“Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici. Fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America. Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla”, ha dichiarato Medvedev.
Grano, Russia e Ucraina i principali produttori
Ad anticipare giorni fa la nuova minaccia di Putin era stato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal che in un discorso in tv aveva affermato che il Cremlino punterebbe a “provocare una crisi alimentare globale” bloccando l’export dei propri prodotti agricoli. Parte di questa strategia consisterebbe anche nel bloccare le esportazioni di Kiev.
Russia e Ucraina sono infatti i principali produttori di grano, alimento che sta alla base di moltissimi prodotti che consumiamo quotidianamente: dal pane alla pasta, passando per i biscotti. Molti paesi dipendono dal grano esportato da Russia e Ucraina, soprattutto in Africa ma anche Israele, Libano e Turchia.
Per questo, spiega Shmyhal, i russi “stanno distruggendo parte dei granai in Ucraina e stanno impedendo le esportazioni di grano dai porti ucraini con il blocco navale”.
Blocco dell’export di grano, quali sono le possibili conseguenze per l’Italia
Secondo il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, la minaccia russa di bloccare le forniture alimentari di grano non avrebbe grandi conseguenze per la sicurezza alimentare dell’Europa. Ci sarebbe però un impatto diretto sui prezzi, con aumenti che andrebbero ad investire tutta la filiera.
A pagare sarebbero soprattutto i Paesi africani, che dipendono dal grano russo e ucraino, e in particolare quelli più in difficoltà, già alle prese con problemi di sicurezza alimentare e carestie.
Per quanto riguarda l’Italia, il blocco russo avrebbe un impatto limitato. Dalla Russia, secondo stime di Coldiretti, arriva appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero. Più impattante sarebbe lo stop delle forniture dall’Ucraina. Per l’importazione di grano i Paesi dell’Unione europea hanno sempre fatto affidamento più sull’Ucraina che sulla Russia.
Con la guerra, spiega Coldiretti, verrà praticamente dimezzata la semina primaverile in Ucraina, con una riduzione consistente quindi della quantità di grano disponibile.
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