Problemi per Putin, spuntano i soldati disertori: diversi militari si sono licenziati
Ci sono sempre più casi di diserzione all'interno dell'esercito russo: i soldati che combattono in Ucraina sono stanchi della guerra e impreparati
Ci sono testimonianze di numerosi casi di diserzione tra le truppe russe in Ucraina. I militari, stanchi per una guerra logorante, starebbero iniziando a rifiutarsi di seguire gli ordini, ribellandosi ai comandanti. Sarebbero tanti anche gli ufficiali che stanno boicottando i piani del Cremlino dall’interno, creando le condizioni per una disfatta. Alcuni fornendo informazioni preziose al nemico o iniziando addirittura a indossare la divisa con i colori ucraini.
- Perché tra i soldati russi ci sono nuovi casi di ammutinamento
- Gli ufficiali che denunciano la Russia dopo essere stati licenziati
- Ufficiali licenziati in Crimea: così potrebbero vincere il ricorso
Perché tra i soldati russi ci sono nuovi casi di ammutinamento
I casi di diserzione sono comuni davanti a difficoltà sul campo, esito della guerra incerto, operazioni non andate a buon fine e mancanza di un attaccamento ideologico alla causa da parte dei soldati. Il morale tra le fila russe sarebbe a terra, e in molti starebbero iniziando a non cooperare. Ma c’è un’altra causa alla base della poco dedizione dei militari di Mosca.
Secondo quanto emerge da fonti locali, nonostante le riforme di Vladimir Putin per incrementare la spesa militare, lo stipendio dei soldati sarebbe rimasto uguale nel tempo. I professionisti, che hanno contratti di tre anni, sono pagati circa 900 euro al mese. Le reclute che fanno servizio di leva obbligatorio, invece, ricevano solo un buono spesa di poco più di 20 euro al mese.
Come se non bastasse, chi viene chiamato alle armi è spesso impreparato alla battaglia, anche perché in Russia si continua a parlare di “operazione militare speciale” e non di guerra. Vladimir Putin, che secondo fonti russe sarebbe malato, ha da poco chiamato alle armi altri 134 mila soldati non professionisti tra i 18 e i 27 anni per sopperire alle tante perdite e diserzioni. I media ucraini parlano di almeno 15 mila russicaduti in battaglia.
Gli ufficiali che denunciano la Russia dopo essere stati licenziati
Almeno 12 ufficiali della Guardia Nazionale della Federazione Russa, un corpo istituito dal presidente russo nel 2016 con la funzione di combattere terrorismo e criminalità organizzata e di difendere i confini, sono stati licenziati il 1° marzo per aver rifiutato il trasferimento dalla Crimea ad altre zone dell’Ucraina. E hanno deciso di fare ricorso.
Il loro avvocato Mikhail Benjash, intervistato dalla rivista dissidente Meduza, ha spiegato che non essendo in vigore la legge marziale e non essendoci, ufficialmente, un conflitto in corso, i termini del contratto non possono essere cambiati senza il consenso degli interessati.
Mezzi militari russi al confine con l’Ucraina prima dell’inizio della guerra.
Ufficiali licenziati in Crimea: così potrebbero vincere il ricorso
La legge non contempla infatti alcuna “operazione militare speciale” obbligatoria, e il Cremlino non ha mai parlato ufficialmente di guerra, né usato gli strumenti legali per dichiarare che c’è un conflitto in corso contro l’Ucraina: i russi pensano di essere inviati al fronte per un’esercitazione. Gli ufficiali della Rosgvardia, date le circostanze, possono essere mandati al fronte ma solo volontariamente.
Il loro legale ha spiegato di aver ricevuto almeno 200 richieste di questo tipo da parte dei vertici dell’esercito russo. E non è il solo. Molti colleghi parlano di rifiuti di massa attraverso Telegram e altri mezzi che non sono colpiti dalla censura della Russia. Per uno scenario che richiama gli ammutinamenti delle forze sovietiche in Afghanistan o quello della corazzata Potëmkin durante la Rivoluzione russa, reso immortale dalla storia del cinema.
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