La guerra nucleare sarebbe un enorme disastro, simulazione a Princeton: quanti morti causerebbe in poche ore
L'Università di Princeton, nel 2019, ha simulato le conseguenze catastrofiche di una guerra nucleare: ecco cosa potrebbe succedere
Cosa succederebbe se scoppiasse oggi una guerra nucleare? Questa è una domanda che molte persone, in tutto il mondo, si staranno facendo. Col crescere delle tensioni tra Russia e Nato, a causa del conflitto scatenato in Ucraina, e la conseguente allerta del sistema di deterrenza nucleare di Mosca, il rischio di una guerra nucleare non è così impensabile.
La situazione si è ulteriormente inasprita dopo che la guerra ha raggiunto le centrali di Chernobyl e Zaporizhzhia, dove la tragedia è stata sfiorata a causa di un vasto incendio. In Ucraina sono quattro gli impianti nucleari ancora attivi.
Vista dall’alto della centrale di Chernobyl
Guerra nucleare, la simulazione dell’Università di Princeton
A dipingere lo scenario catastrofico che scaturirebbe dall’utilizzo di armi atomiche è il programma Science and Global Security (Sgs) dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti. Nel 2019 fa ha elaborato una simulazione, chiamata “Plan A”, che mette in scena le conseguenze di una guerra nucleare.
I media americani, in questi giorni di tensioni internazionali, hanno rilanciato il modello per ricordare quanto devastanti potrebbero essere le armi nucleari. Un’eventualità che in pochi, forse nessuno, vorrebbero che si concretizzasse.
Guerra nucleare, le tre fasi del conflitto: 90 milioni di morti in poche ore
Secondo la simulazione di Princeton, un singolo “colpo d’avvertimento” inviato dalla Russia a una qualsiasi base militare Nato potrebbe causare in poche ore quasi 90 milioni di vittime e feriti: una cifra spaventosa.
Ma come si arriverebbe a questi numeri? La simulazione “Plan A” ha suddiviso la durata dell’ipotetico conflitto in tre fasi: durante la prima, la Russia potrebbe tentare di distruggere le basi Nato in tutta Europa, attraverso l’utilizzo di 300 armi nucleari.
Successivamente, la Nato risponderebbe con 180 armi nucleari, con un bilancio di morti nelle prime ore che arriverebbe a 2,6 milioni.
Nella seconda fase, denominata “Counterforce plan”, gran parte delle forze militari europee sarebbero distrutte. Gli Stati Uniti potrebbero quindi liberare 600 missili contro la Russia, causando 3,4 milioni di morti in appena 45 minuti.
Nell’ultima fase, chiamata “Countervalue plan”, ben 30 città e centri economici potrebbero essere colpite da cinque o dieci testate ciascuna, e in 45 minuti le vittime salirebbero alla terrificante cifra di 85,3 milioni.
Guerra nucleare, l’obiettivo della simulazione di Princeton
Sul sito del programma Science and Global Security dell’Università di Princeton, si leggono queste righe a corredo della video-simulazione del conflitto: “Sgs ha sviluppato una nuova simulazione per un’escalation di guerra plausibile tra gli Stati Uniti e la Russia utilizzando posizioni, obiettivi e stime di mortalità realistiche delle forze nucleari”.
“Si stima che nelle prime ore del conflitto – prosegue la nota – ci sarebbero più di 90 milioni di persone morte e ferite“.
Il programma sottolinea inoltre gli obiettivi della simulazione: “Questo progetto è motivato dalla necessità di evidenziare le conseguenze potenzialmente catastrofiche degli attuali piani di guerra nucleare degli Stati Uniti e della Russia. Il rischio di una guerra nucleare è aumentato drammaticamente negli ultimi anni poiché gli Stati Uniti e la Russia hanno abbandonato i trattati di lunga data sul controllo delle armi nucleari, hanno iniziato a sviluppare nuovi tipi di armi nucleari e hanno ampliato le circostanze in cui potrebbero utilizzare armi nucleari”.