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Jacopo Fo protesta sotto la sede Facebook a Milano e l'accusa di censura per i post su Israele e Hamas

Jacopo Fo protesta contro la censura sotto la sede di Facebook a Milano. L'artista sostiene di essere stato penalizzato dopo alcune affermazioni su Israele e Hamas

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Jacopo Fo ha inscenato una protesta davanti la sede di Facebook a Milano. Tutto nasce da alcuni post di Fo in merito alla guerra fra Israele e Hamas. Lo scrittore e attore accusa il social network di averlo censurato penalizzando la visibilità della sua pagina.

Jacopo Fo protesta contro Facebook

Fo accusa Facebook di avere reso “quasi invisibile” la sua pagina “da sei mesi a questa parte”. L’artista sostiene di essere passato così da “da 23,5 milioni di contatti al mese a meno di 200mila, cioè un crollo di più del 99%“.

Per Fo alla base della penalizzazione ci sarebbero alcune sue esternazioni sulla guerra in Medio Oriente in cui mette sullo stesso piano i massacri di Hamas con la rappresaglia israeliana.

In uno dei post che sarebbero stati censurati Jacopo Fo si poneva una domanda: “Se c’è 1 terrorista in mezzo a 100 bambini è giusto uccidere 100 bambini per riuscire ad ammazzare il terrorista?”

La mia colpa è aver sostenuto le idee di Papa Francesco: Hamas ha commesso un crimine uccidendo bambini israeliani, il governo israeliano a fatto lo stesso uccidendo bambini palestinesi. Quando dopo il 7 ottobre ho denunciato i crimini di Hamas non è successo niente. Quando ho denunciato i crimini del governo israeliano i miei contenuti sono stati immediatamente penalizzati e resi quasi invisibili.

Intanto la risoluzione Onu sul cessate il fuoco non ha fermato gli attacchi di Israele.

Secondo Fo, stesso trattamento per altri pacifisti

Jacopo Fo denuncia una penalizzazione anche per molti altri pacifisti. In sintesi, secondo l’artista, il social network di Mark Zuckerberg starebbe censurando su larga scala chiunque critichi Israele.

Non sono il solo: sono migliaia i pacifisti italiani che hanno subito una punizione simile alla mia. Nessuno ha avuto da parte di Facebook qualche comunicazione, nessuno ha avuto la possibilità di controbattere che condannare la violenza contro civili inermi e bambini non è solo un diritto è un obbligo morale. Facebook mette in pratica le sue condanne senza contraddittorio e senza comunicare nulla alle persone sanzionate. Facebook pretende di gestire il social in modo totalmente arbitrario soffocando la libertà di parola.

Fo invoca il Digital Services Act

L’artista chiede l’applicazione del Digital Services Act europeo del 2023 che prevede il diritto degli utenti ad essere informati dei provvedimenti disciplinari contro di loro sulle piattaforme digitali.

E non solo: Fo chiede alle istituzioni italiane di istituire una nuova autorità indipendente che vigili sui social network.

Jacopo Fo sede Facebook Milano Israele Hamas Fonte foto: IPA
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