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Iran: situazione politica, religione e diritti delle donne. Quali sono i motivi alla base delle proteste

Le proteste in Iran del 2022 sono solo gli ultimi eventi di una lunga serie di ribellioni contro le repressioni perpetrate dal regime teocratico

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L’Iran è una repubblica islamica presidenziale teocratica di ramo sciita. Il richiamo al Corano è dichiarato fin dai primi articoli della costituzione emersa dalla Rivoluzione del 1979. In nome della “crescita delle virtù etiche fondate sulla fede” e della “lotta contro ogni aspetto del vizio e della corruzione”, espresse dall’articolo 3 della costituzione iraniana, le autorità hanno per legge il diritto e l’obbligo di reprimere ogni aspirazione all’autodeterminazione della popolazione qualora essa dovesse entrare in conflitto con i dettami della fede. Ogni rivendicazione popolare di allargare le maglie del controllo statale sui diritti sociali e civili viene sistematicamente repressa nel sangue.

Il sistema politico in Iran

Essendo un regime teocratico il potere politico e quello religioso, seppur formalmente scissi, in realtà si compenetrano e si sovrappongono.

Il potere politico è rappresentato da un parlamento che legifera, chiamato Majles dell’Iran, e da un governo al cui vertice c’è un presidente, che costituiscono rispettivamente il potere legislativo e quello esecutivo. Il presidente è sia Capo dello Stato che del governo.

Il cuore del potere però è rappresentato dalle autorità religiose che controllano e limitano fortemente la libertà d’azione di parlamento ed esecutivo.

La Guida suprema, la massima autorità religiosa, è all’apice del sistema politico e istituzionale e viene eletta da un’Assemblea degli Esperti dell’Orientamento per restare in carica a vita. Altri nomi della Guida suprema sono Guida della Rivoluzione o Ayatollah.

Fra presidente e Guida suprema l’autorità preminente è la seconda. L’attuale Guida è l’Ayatollah Ali Khamenei, in carica dal 4 giugno 1989.

Proteste IranFonte foto: ANSA

Un ritratto di Mahsa Amini. La morte della ragazza è stata la scintilla che ha innescato le proteste in Iran del 2022.

La Guida suprema è eletta dall’Assemblea degli Esperti, i cui membri devono essere approvati dai Guardiani della Rivoluzione. Organo i cui membri, a loro volta, sono nominati dalla Guida suprema.

A differenza di altri leader religiosi all’Ayatollah iraniano non è richiesto il celibato. Ali Khamenei, ad esempio, ha una moglie dalla quale ha avuto sei figli.

Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione è un organo giuridico-religioso, per metà composto da teologi e per metà da giuristi, che controlla l’operato di parlamento e governo. Il compito principale del Consiglio dei Guardiani è quello di valutare le leggi sotto il profilo della legalità e del rispetto dei precetti islamici.

Le sanzioni contro l’Iran

L’Iran è colpito da sanzioni da parte degli Stati Uniti e, su pressione di questi, anche della comunità internazionale. Si tratta di sanzioni economiche, finanziarie, commerciali, scientifiche e militari.

Tali iniziative hanno causato il crollo del valore della moneta iraniana nei confronti delle valute straniere e un aumento dei prezzi dei prodotti di consumo. Le sanzioni hanno inevitabilmente colpito le fasce più vulnerabili della popolazione. Si stima che oggi in Iran un terzo della popolazione viva sotto la soglia di povertà.

Da anni gli Stati Uniti vengono accusati dal regime iraniano di essere ‘il Grande Satana’, il nemico per eccellenza.

Sharia in Iran

La legge iraniana è ispirata alla sharia, il complesso di regole derivate da Corano, Sunna, consenso della comunità religiosa e deduzione analogica.

La legislazione iraniana limita fortemente le libertà individuali e comprime in particolar modo i diritti delle donne. Prevede inoltre la pena capitale per una serie di reati.

La pena di morte in Iran è prevista per una serie di reati, come tradimento, spionaggio, reati militari, cospirazione contro il governo, terrorismo, omicidio, rapina a mano armata, rapimento, blasfemia, reati economici, adulterio, omosessualità, stupro, prostituzione e droga.

Le uccisioni avvengono per impiccagione o lapidazione. Per alcune fattispecie di reato la pena di morte scatta in automatico, per altre bisogna che ci sia la recidiva, come nel caso dei reati legati all’alcol. Chi consumi alcol è punito con 80 frustate. Se si viene fermati già tre volte per questo stesso reato, la quarta volta la pena sarà la morte.

Amnesty International ha contato almeno 251 esecuzioni capitali in Iran nel 2019.

I prodotti culturali di origine occidentale sono proibiti. Proibito possedere cd di band occidentali o dvd di film occidentali. Attorno al contrabbando di questi prodotti è nato un mercato nero, come mostrato nel film ‘Taxi Teheran’ di Jafar Panahi.

Proibiti i contatti fisici fra persone di sesso diverso, si tratti anche solo di una stretta di mano. Un modo per eludere la legge che vieta i rapporti extraconiugali è quello di contrarre un matrimonio temporaneo, la cui durata può andare da un’ora a novantanove anni.

Su un figlio nato da un matrimonio temporaneo però la madre non può avanzare diritti.

Il matrimonio temporaneo è utilizzato anche da chi voglia fare sesso con prostitute senza incorrere in sanzioni.

Questa forma di matrimonio a tempo fu abolita sotto il regno Pahlavi e tornò in uso con la Rivoluzione khomeinista nel 1979

È legale il cambio di sesso, anche se i transessuali sono costretti ad affrontate stigma sociale e discriminazioni.

Condizione delle donne in Iran

Le donne in Iran vivono una vita di limitazioni, a partire da uno stretto codice di abbigliamento. I capelli devono essere coperti da hijab. Se un abito è aderente, il fondoschiena deve essere coperto da una corta tunica.

La polizia religiosa ha la facoltà di arrestare donne e ragazze che abbiano un abbigliamento considerato sconveniente.

L’obbligo per le donne di indossare chador e hijab era stato abolito nel 1936 dallo Scià di Persia, Reza Pahlavi, ma fu reintrodotto dopo la Rivoluzione khomeinista del 1979.

Le riviste di moda iraniane degli Anni ’60 e ’70 mostravano copertine indistinguibili da quelle dei paesi occidentali, se non per i titoli scritti in persiano. In quelle riviste modelle in minigonna, scarpe coi tacchi e camicette scollate venivano invidiate e copiate da studentesse e giovani donne. La Rivoluzione tolse la minigonna alle donne iraniane e le avvolse nuovamente nei chador.
Pubblicare sui social network un selfie senza hijab è punito con il divieto di ingresso in banche, uffici pubblici e mezzi pubblici da sei mesi a un anno.

Le iraniane non possono cantare, se non in duetto con un uomo, non possono ballare e non possono assistere ad eventi sportivi negli stadi se giocano degli uomini. A questa regola si applicano eccezioni in occasioni particolari dopo le pressioni della Fifa.

Le donne sono discriminate nelle eredità e non possono viaggiare all’estero da sole se sposate. L’aborto è proibito dalla legge.

Un articolo pubblicato su Human Right Watch (‘Iranian women’s demands for freedom must be heard’ di Rothna Begum) riporta come in Iran le donne nel 2019 fossero appena il 18% della forza lavoro del Paese, percentuale precipitata al 14% nel 2020.

Le proteste in Iran del 2022

Il 16 settembre 2022 si diffonde la notizia della morte di Mahsa Amini a Teheran. La 22enne originaria di Saqqez, nell’Iran occidentale, si trovava in vacanza a Teheran con la famiglia.

Il 13 settembre era stata prelevata dalla polizia morale con l’accusa di portare l’hijab in maniera non corretta.

Le notizie riportano che la ragazza sarebbe stata condotta in caserma e poi trasportata in ospedale in stato di coma per morire poco dopo. Secondo la versione delle autorità la giovane non sarebbe stata picchiata e sarebbe morta per cause naturali legate al suo precario stato di salute. Versione che però non convince opinione pubblica e osservatori internazionali.

Il popolo scende in piazza e scoppiano le rivolte. Le proteste iniziano a Saqqez, nel Kurdistan iraniano, città di origine di Mahsa Amini.

Ma le proteste di studenti e di cittadini di ogni età incendiano anche Teheran, per poi diffondersi per tutti i più grandi centri dell’Iran.

Anche diverse città occidentali diventano teatro di cortei. Uno dei più grandi avviene a Berlino, dove a fine ottobre 80mila persone scendono in strada contro il regime iraniano.

Ovunque le donne si sfilano il velo dal capo, si tagliano ciocche di capelli e gridano il loro dissenso. Lo slogan: ‘Donne, Vita e Libertà’.

È la quarta protesta che avviene nel corso di una generazione, dopo le proteste scoppiate nel 2009, 2017, 2018 e 2019. E come nelle proteste precedenti la repressione del regime è feroce.

Al dissenso si aggiungono le voci di intellettuali e personalità istituzionali che chiedono riforme. A inizio dicembre uno spiraglio di speranza arriva quando il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri afferma che “sia il Parlamento sia la magistratura sono al lavoro” per intavolare una riforma della polizia morale. Ma le settimane passano e la questione sembra cadere nel vuoto. Anche alcuni leader religiosi chiedono riconciliazione nazionale e riforme.

Nel frattempo però la maggioranza dei 290 deputati iraniani invoca la legge del taglione contro “i nemici di Dio” che hanno fomentato le rivolte.

La polizia carica brutalmente i manifestanti nelle strade e compie arresti di massa.

A metà dicembre si contano oltre 450 morti negli scontri e 11.000 arresti. Molti denunciano come i poliziotti sparino pallini di gomma sulla folla a distanza ravvicinata cercando di accecare la gente. Oltre agli occhi anche seno e genitali sono bersagli. Chi viene arrestato viene condotto in cella e picchiato. Molte donne denunciano stupri. Piovono condanne a morte. Con queste condanne il regime cerca di intimorire i manifestanti. Ma le proteste continuano a oltranza.

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Iran Proteste Fonte foto: ANSA
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