Mahsa Amini, dall'Iran: "La sua morte dovuta a una malattia, non alle percosse". I risultati dell'autopsia
Mahsa Amini è deceduta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale in Iran perché non portava il velo in modo corretto
La morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale in Iran perché non portava il velo in modo corretto, è dovuta a una malattia e non è stata provocata dalle percosse. Questo è quanto afferma il rapporto medico seguito all’autopsia effettuata a Teheran sul corpo della ragazza.
- Autopsia Mahsa Amini: i risultati
- Le proteste dopo la morte di Mahsa Amini
- La nota delle forze armate iraniane
Autopsia Mahsa Amini: i risultati
Nella nota riportata da ‘TgCom24’, si sottolinea come Mahsa Amini sia stata operata per un tumore al cervello all’età di 8 anni e avesse un “disturbo importante” dell’asse ipotalamo-ipofisario, malattia per cui era stata trattata con idrocortisone, levotiroxina e desmopressina.
Stando a quanto riferito, la ragazza curda avrebbe “perso improvvisamente conoscenza” e successivamente sarebbe “caduta a terra”.
Secondo i medici, il personale di emergenza avrebbe tentato di salvarle la vita, ma “il supporto respiratorio non ha funzionato” e Mahsa Amini, “nonostante gli sforzi e il trasferimento in ospedale, è deceduta per “insufficienza multiorgano causata da ipossia cerebrale“. In nessun caso, stando a quanto evidenziato dall’autopsia, la morte può essere imputabile a “colpi alla testa o ad altri organi vitali”.
Le proteste dopo la morte di Mahsa Amini
La morte di Mahsa Amini ha scatenato un’ondata di proteste in Iran e non solo. Secondo quanto riferito dal sito legato all’opposizione ‘Iran International’, nel corso della notte diverse proteste hanno interessato Rafsanjan, la capitale Teheran, Mashhad e Mehrshahr.
“Morte a Khamenei” e “Morte al dittatore” sono stati gli slogan che i manifestanti hanno continuato a intonare a piazza Harawi a Teheran, mentre a Kamraniyeh, un’altra zona della capitale, alcune donne sono state viste bruciare i loro hijab.
Una manifestazione di protesta sulla morte di Mahsa Amini, a Beirut.
La nota delle forze armate iraniane
I comandanti delle forze armate e i vertici della polizia in Iran, intanto, hanno rinnovato la loro fedeltà alla Guida suprema Ali Khamenei attraverso una nota congiunta, pochi giorni dopo gli elogi della Guida suprema all’esercito e alle forze dell’ordine per avere contenuto le proteste, in corso ormai da 3 settimane, per la morte di Mahsa Amini.
Ali Khamenei aveva detto che i giovani che hanno preso parte alle manifestazioni “devono essere puniti per rendersi consapevoli dei fatti” e aveva accusato gli Stati Uniti d’America e Israele di avere pianificato le dimostrazioni, violentemente represse.
“Le tue parole sono state un avvertimento contro i capi della sedizione e i loro leader stranieri, inclusi i criminali americani, il falso regime sionista, il regime saudita e l’impero mediatico dell’arroganza globale”, si legge nel comunicato delle forze armate iraniane, riportato dall”Ansa’.