L'Iran decide di abolire la polizia morale dopo le proteste: "Al lavoro anche per togliere l'obbligo del velo"
Istituita nel 2005 per arrestare le persone che violano il codice di abbigliamento, il corpo delle forze dell'ordine verrà abolito
Dopo oltre tre mesi di protesta in Iran, con la morte di Mahsa Amini che ha sconvolto l’opinione pubblica globale, il regime degli ayatollah sembra pronto a fare un passo indietro con una decisione molto importante. Nelle scorse ore, infatti, il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri ha fatto un annuncio storico sulla polizia morale e, soprattutto, sugli obblighi in materia di abbigliamento.
Addio alla polizia morale in Iran
Le manifestazioni degli ultimi mesi sembrano aver portato i frutti sperati, con il regime iraniano che ha deciso di accogliere le richieste del popolo che ha protestato per diverse settimane. Montazeri, sorprendendo tutti, ha infatti annunciato che la polizia morale verrà abolita poiché “non ha niente a che fare con la magistratura”.
Si tratta di un momento storico per Teheran in quando con l’abolizione della polizia morale viene meno una delle fonti di repressione più forte sul territorio iraniano. Dall’inizio delle manifestazioni, infatti, oltre 18.210 manifestanti sono finiti in manette e di questi 584 sono studenti. La magistratura iraniana ha condannato a morte almeno sei manifestanti e migliaia sono stati incriminati per il loro ruolo nei disordini.
Cos’è la polizia morale
Ma cos’è la polizia morale? Chiamata Gasht-e Ershad in persiano, si tratta di un corpo delle forze dell’ordine iraniano istituito nel 2005 con il compito di arrestare le persone che violano il codice di abbigliamento. Secondo la legge iraniana, che si basa sull’interpretazione della Sharia, le donne sono obbligate a coprirsi i capelli con un hijab (velo) e indossare abiti lunghi e larghi per mascherare la propria figura.
La polizia morale, nello specifico, si occupa di far rispettare il codice di abbigliamento per le donne introdotto nel 1979 con l’obbligo dell’hijab per le donne. Tutte coloro che non indossano l’abito, infatti, sono considerate nude e quindi di cattivo gusto.
Fino al 2005, l’anno di istituzione del Gasht-e Ershad, i codici di abbigliamento venivano fatti rispettare in modo informale da altre forze dell’ordine e unità paramilitari iraniani, ma da 17 anni a questa parte l’arrivo della polizia morale ha portato a repressioni sempre più violente.
Verso lo stop all’obbligo del velo
Un’altra svolta storica potrebbe essere quella dell’addio all’obbligo del velo. Secondo quanto riferito dai locali, infatti, il regime degli ayatollah sarebbe pronto a discutere anche sull’allentamento degli obblighi in materia di abbigliamento, con Montazeri che ha sottolineato che il gruppo di revisione si è incontrato mercoledì con la commissione culturale del Parlamento “e porterà a dei risultati tra una o due settimane”.
Con la polizia morale effettivamente abolita e la legge sugli obblighi in materia di abbigliamento rivista cadrebbe quindi uno dei simboli della presa del potere khomeinista che aveva risposto col pugno duro a un laicismo dei costumi imposto dall’era Pahlavi che aveva marginalizzato la parte di popolazione più conservatrice.