Iran, proseguono le proteste contro il regime. Almeno 15 morti, ucciso un bimbo di 9 anni: la situazione
La situazione in Iran si fa incandescente: proseguono le proteste contro il regime, almeno 15 morti nelle proteste, muore un bimbo di 9 anni
Proseguono incessanti le proteste contro il regime degli Ayatollah in Iran. Almeno 15 persone sono state uccise nella notte tra il 16 e il 17 novembre, tra cui membri delle forze di sicurezza e un bambino di 9 anni, nel corso delle proteste scoppiate in varie località del Paese.
Proteste in tutto il Paese
Nell’anniversario della rivolta del 2019, le agenzie di stampa del regime hanno accusato i terroristi dell’uccisione di sette persone in un centro commerciale nella città meridionale di Izeh Khuzesta.
Tuttavia, come riportato dal Guardian, secondo i manifestanti gli agenti governativi sarebbero responsabili dell’uccisione, tra gli altri, di un bambino di 9 anni.
Secondo le agenzie di stampa statali, nel corso delle manifestazioni sarebbero morti anche due poliziotti.
Accuse reciproche
Altre cinque persone sono state uccise nell’area di Isfahan, compresi alcuni membri delle forze di sicurezza iraniane. Le segnalazioni di ulteriori morti in Kurdistan hanno portato il bilancio totale delle vittime nelle ultime ore a 15.
Per le agenzie di stampa interne iraniane – che seguono la linea del regime – ci sarebbe lo zampino dei terroristi, probabilmente, dello Stato Islamico, ma secondo alcuni testimoni i manifestanti disarmati sono stati uccisi dalle forze di sicurezza del governo.
Una manifestazione in Francia per Mahsa Amini
348 morti dall’inizio delle proteste
Il numero totale di morti dall’inizio dell’ondata di proteste che ha sconvolto la Repubblica Islamica è salito a 348, secondo Harana, un’agenzia per i diritti umani, anche se le cifre sono impossibili da verificare.
Le proteste sono scoppiate dopo l’uccisione della 22enne Mahsa Amini, morta – secondo i familiari – per le botte sotto la custodia della polizia, che l’aveva arrestata per come indossava l’hijab.
Dopo aver lanciato Starlink per aiutare il popolo ucraino, Elon Musk ha chiesto all’amministrazione Usa un’esenzione dalle sanzioni contro l’Iran (arrivate dopo il ritiro dall’accordo nucleare da parte dell’ex presidente Donald Trump e dalla decisione dell’Iran di consegnare droni alla Russia) per offrire, tramite la sua costellazioni di satelliti, i servizi di connessione Internet al Paese, visto che il Governo locale ha di fatto causato un blackout per rendere indisponibile l’accesso al web.