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In crescita la fibra ottica in Italia

Dai dati della Relazione annuale dell’AGCOM emerge che le connessioni in fibra ottica sono sempre più diffuse in Italia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Nel 2019 il traffico Internet in Italia è cresciuto del 25% rispetto al 2018, tra il 2014 e il 2019 è addirittura quadruplicato. È quanto emerge dall’ultima Relazione annuale dell’AGCOM, l’Agenzia Garante del Mercato e della Concorrenza che a giugno ha pubblicato gli ultimi dati disponibili sul mercato italiano della telefonia fissa, aggiornati al 30 aprile 2020.

Da questo dati si vede facilmente una crescita impetuosa delle connessioni in fibra ottica, sia quelle “Fiber to the Cabinet” (FTTC) sia quelle “Fiber to the Home” (FTTH). Ma mentre stipulano contratti per la connessione in fibra per navigare su Internet ad altissima velocità, a quanto pare gli italiani sfruttano sempre meno il traffico voce. Così nell’ultimo anno il consumo medio di dati è stato pari a circa 130 GB al mese per ogni abbonamento, mentre i ricavi degli operatori telefonici derivanti dal traffico voce sono scesi di oltre il 12% (e del 3% sono cresciuti quelli derivanti dal traffico dati).

Gran parte di questo consumo di dati deriva poi dai contenuti video fruiti dagli utenti in streaming, grazie a sempre più servizi disponibili e a prezzi sempre più accessibili per una larga fascia della popolazione dotata di connessione veloce.

La crescita della fibra

Scendendo nel dettaglio dei dati forniti dall’AGCOM, si scopre che nel 2019 circa il 50% dei contratti stipulati sono stati per connessioni in fibra pura (FTTH) o fibra misto rame (FTTC). Nel totale le connessioni con velocità di almeno 100Mbps oggi rappresentano il 35% delle reti domestiche italiane. Oltre un terzo degli italiani, quindi, già oggi è connesso in fibra e naviga veloce.

Una buona fetta di questi utenti ha un contratto con Vodafone, che si conferma primo operatore nel segmento FTTC e un punto di riferimento per coloro che vogliono attivare una rete in fibra ottica, con il 21% delle reti attive, e secondo nel segmento FTTH con il 25% delle reti attive. Una gran parte degli utenti che vogliono attivare una rete in fibra ottica, quindi, oggi si rivolgono a questo operatore.

Addio alle reti lente

Una buona fetta dei contratti per connessioni in fibra ottica stipulati nel 2019 sono stati fatti da chi aveva già una connessione con tecnologie precedenti. Che non si tratti di nuove attivazioni, ma di upgrade (con o senza cambio di operatore), lo conferma il fatto che le reti con velocità inferiori a 30 Mbps sono scese dal 61,8% del totale nel 2018 al 49,3% nel 2019 (-12,5%), mentre quelle con velocità sopra i 100 Mbps (cioè quelle in fibra) sono passate dal 25,2% del totale al 35,4%. Sostanzialmente stabili le reti di velocità medio bassa, tra 30 e 100 Mbps: dal 13% del 2018 al 15,3% del 2019 (+2,3%). Gli italiani, quindi, appena possono dicono addio alle reti lente in favore di quelle più veloci.

Negli ultimi 5 anni il peso delle vecchie e ormai lente linee DSL in rame si è più che dimezzato: meno 5,7 milioni di connessioni. Buona parte di queste utenze sono dunque passate alla tecnologia FTTC, che era quasi marginale solo nel 2014 e che oggi rappresenta invece il 44% del totale delle connessioni.

A volere la fibra sono le famiglie

Interessante, poi, notare come la maggior parte degli abbonamenti ultrabroadband sia stato stipulato per utenze domestiche e non aziendali: la penetrazione della banda ultra-larga tra le famiglie, infatti, è mediamente il doppio rispetto alla penetrazione nel totale della popolazione. A Milano, provincia italiana con la maggior diffusione di connessioni veloci, il 55,3% delle famiglie ha una rete ultra-broadband contro il 26,6% della popolazione totale. Proporzioni identiche si ripetono anche nella provincia con la diffusione minore di banda ultra-larga: in Ogliastra il 3,3% della popolazione totale ha la connessione ultraveloce, contro il 7% delle famiglie.

Quanto spendono gli italiani per Internet

Dai dati dell’AGCOM, infine, emerge anche che nel periodo che va dal 1° maggio 2019 al 30 aprile 2020 le famiglie italiane hanno speso più o meno la stessa cifra dell’anno precedente per pagare l’abbonamento alla connessione a Internet. Il costo medio dell’abbonamento ad una connessione in rame fino a 30 Mbps, infatti, è rimasto intorno ai 19 euro al mese, mentre quello degli abbonamenti con velocità fino a 100MBps è rimasto intorno ai 40 euro al mese. Facendo la media tra i due tipi di connessione, quindi, gli italiani spendono circa 28,4 euro al mese per Internet, con una crescita di appena lo 0,7% rispetto all’anno precedente.

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