Il ministro Sangiuliano parla del ddl eco-vandali: "È giusto che chi sporca debba pagare di tasca propria"
Chi sporca, paga: il ministro della Cultura accoglie il decreto contro gli eco-vandali parlando di "giustizia" ed "equità sociale"
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano plaude all’approvazione alla Camera del ddl Beni culturali, il cosiddetto “decreto eco-vandali”. Per Sangiuliano si tratta di un “principio di giustizia” e di “equità sociale”.
- Cosa prevede il ddl eco-vandali
- La reazione del ministro Sangiuliano
- Sangiuliano e la tutela dell'ambiente
Cosa prevede il ddl eco-vandali
Il testo, passato con 138 sì, 92 no e 10 astenuti, era già stato approvato al Senato in estate. La norma punisce con una multa da 20mila a 60mila euro chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui.
Prevista poi una multa da 10mila a 40mila per chi deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Questo solo per quanto riguarda le sanzioni amministrative. Restano confermate le sanzioni penali previste dal codice.
E proprio nel giorno in cui il decreto eco-vandali veniva approvato, alcuni attivisti di Ultima Generazione sono stati condannati a 6 mesi di carcere.
Negli ultimi tempi oltre a bloccare il traffico e a imbrattare i monumenti, gli eco-attivisti hanno preso a interrompere messe e concerti.
La reazione del ministro Sangiuliano
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dei Beni Culturali, Gennaro Sangiuliano:
Chi sporca è giusto che paghi per il ripristino. Non devono pagare i cittadini italiani. Ogni qualvolta occorre fare un intervento occorre chiamare personale altamente specializzato, ditte altamente specializzate e questo costa alla collettività. Questi atti ricadono sui cittadini italiani, ma devono ricadere su chi li ha promossi e li ha prodotti, quindi si tratta di un principio di giustizia e di equità sociale.
Chi sporca, paga. Questo, in sintesi, il pensiero di Gennaro Sangiuliano.
Sangiuliano e la tutela dell’ambiente
Per il ministro l’obiettivo di chi protesta è giusto, ma ad essere sbagliati sono i modi:
Io penso che il tema dei cambiamenti climatici e della tutela dell’ambiente del nostro pianeta sia un tema fondamentale, rispetto al quale ci vuole una grande consapevolezza. E bisogna anche agire immediatamente per salvare il nostro pianeta. Ma paradossalmente, chi oggi danneggia un monumento è come se colpisse una parte dell’ambiente stesso. Perché non io, ma grandi studiosi parlano di antropizzazione del paesaggio, cioè nel paesaggio, nella nostra natura, entrano a far parte anche quei monumenti che ormai sono parte integrante di noi stessi.
Per chiarire il suo pensiero, il ministro pone una domanda retorica: cosa sarebbero le città italiane senza i loro monumenti più famosi? Cosa sarebbero Milano senza il Duomo, Roma senza il Colosseo, Napoli senza il Maschio Angioino, Agrigento senza i templi, e così via?
Per una antropizzazione secolare questi beni sono diventati parte integrante di quello che Benedetto Croce chiamava il paesaggio, volto amato della patria. In nome della tutela dell’ambiente, che colpisce i monumenti, danneggia lo stesso ambiente.