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Il generale Mario Mori indagato per le stragi mafiose del 1993: "Disgustato, un'offesa a Falcone e Borsellino"

Stragi mafiose del 1993, nuova accusa nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti: la procura di Firenze convoca il generale Mario Mori. Lui: "Profondamente disgustato"

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Strage, associazione mafiosa, associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Di tutto ciò dovrà rispondere il generale Mario Mori: una nuova accusa è infatti arrivata dalla Procura di Firenze, che nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti delle stragi mafiose del 1993 ha convocato l’ex capo del Ros ed ex direttore del Sisde per il prossimo 23 maggio, data dell’anniversario della strage di Capaci (in cui perse la vita Giovanni Falcone). L’ex ufficiale dell’Arma ha fatto sapere che non si presenterà in quella data.

Mario Mori indagato per le stragi mafiose del 1993

Come riporta il Corriere della Sera, un anno fa la Cassazione aveva scritto la parola fine alla Trattativa Stato-mafia (la famosa inchiesta della Procura di Palermo), assolvendo il generale Mario Mori.

Ora, secondo al nuova accusa della procura di Firenze, Mori non avrebbe impedito “mediante doverose segnalazioni o denunce, ovvero con l’adozione di autonome iniziative investigative o preventive, gli eventi stragisti di Firenze, Roma e Milano di cui aveva avuto plurime anticipazioni“.

Il Generale Mario Mori dopo la sentenza in Corte di Cassazione sulla trattativa Stato Mafia nel 2023, a Roma

Sempre stando all’accusa, Mori sarebbe “stato informato già nell’agosto 1992, dal maresciallo Roberto Tempesta del proposito di Cosa Nostra, veicolatogli dalla fonte Paolo Bellini, di attentare al patrimonio storico, artistico e monumentale italiano, in particolare alla Torre di Pisa”.

In seguito avrebbe ricevuto informazioni sensibili anche da Angelo Siino, in merito ad ipotetici attentati al Nord.

Le parole di Mori

La notizia è stata diffusa dallo stesso generale, che attraverso un comunicato stampa ha definito le accuse “surreali e risibili come quelle per la trattativa Stato-mafia“.

“Nel giorno del mio 85esimo compleanno – ha fatto sapere – ho ricevuto l’invito per essere interrogato in qualità di indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione”.

Sono vicende ampiamente analizzate nel corso degli ultimi 25 anni dalle magistrature competenti – ha poi aggiunto – compresa quella fiorentina e nei processi in cui sono stato coinvolto, senza che mi sia stato contestato alcunché, tantomeno i gravissimi reati ora ipotizzati dalla Procura di Firenze”.

Il generale: “Disgustato dalle accuse”

Per questo, Mori si è detto “profondamente disgustato da tali accuse che offendono, prima ancora della mia persona, i magistrati seri con cui ho proficuamente lavorato nel corso della mia carriera nel contrasto al terrorismo e alla mafia, su tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

“Forse – ha concluso – non mi si perdona di non aver fatto la loro tragica fine“.

Fonte foto: ANSA

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