Il 2023 è l'anno più caldo dal 1850, temperatura aumentata di quasi 1,5 gradi: è considerata la soglia limite
I dati dell'agenzia europea Copernicus certificano che il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato
Già anticipato nei mesi scorsi, ora arriva la conferma: il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato a partire dal 1850, ovvero da quando si registra la temperatura media mondiale. A dirlo è Copernicus, il sistema di monitoraggio dell’Unione europea, secondo cui la temperatura media globale è aumentata di quasi 1,5 gradi centigradi rispetto al livello preindustriale.
- 2023 anno più caldo mai registrato
- Temperatura media aumentata di quasi 1,5 gradi
- Le cause del record
- Le conseguenze: maggiori eventi estremi
2023 anno più caldo mai registrato
Quello appena trascorso è stato l’anno più caldo mai registrato, superando di gran lunga il primato precedente del 2016. I primi avvertimenti erano arrivati all’inizio della scorsa estate, con temperature anomale da giugno in avanti. Ora la conferma.
Nella giornata di martedì 9 gennaio 2024 Copernicus climate change (C3s), il programma di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Commissione europea, ha reso noto i dati relativi alle temperature registrate nel corso del 2023.
Secondo il rapporto dell’agenzia europea, l’aumento delle temperature è stato registrato in particolare nella seconda metà del 2023. Ogni mese da giugno a dicembre è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente.
Settembre 2023 è stato il settembre più caldo mai registrato, il mese di dicembre è stato il più caldo di sempre, con una temperatura media di 13,51°C, superiore di 1,78°C alla media del periodo preindustriale.
Temperatura media aumentata di quasi 1,5 gradi
Tra i dati più rilevanti – e più preoccupanti – contenuti nel 2023 Global Climate Highlights di Copernicus c’è l’aumento della temperatura media globale, che nel 2023 ha superato di 1,48°C quella del periodo preindustriale, la seconda metà dell’Ottocento.
Stando ai dati, il 2023 è stato il primo anno in cui la temperatura media di ogni giorno è stata superiore di almeno 1°C rispetto alla media del periodo preindustriale.
Non solo: ci sono state anche due giornate, 17 e 18 novembre, in cui l’aumento ha superato i 2 gradi. Si tratta della soglia limite che gli accordi sul clima di Parigi vogliono impedire di sforare nei prossimi decenni.
Le cause del record
Le cause del record del 2023 certificato dai dati di Copernicus sono note. C’è il fenomeno naturale dell’oceano pacifico denominato El Niño, che farà sentire in parte i suoi effetti anche nei prossimi mesi.
Ma c’entra soprattutto la crescente concentrazione di gas serra provocata dall’utilizzo di gas, petrolio e carbone da parte dell’uomo.
Un’origine umana della crisi climatica su cui tutti gli scienziati concordano e che ha portato nel dicembre scorso alla Cop28 all’impegno sottoscritto da tutti i Paesi del mondo a fuoriuscire dai combustibili fossili.
Le conseguenze: maggiori eventi estremi
Un 2023 da record è preoccupante perché con l’aumentare delle temperature aumentano anche la frequenza e l’intensità dei fenomeni estremi. Nel rapporto di Copernicus si scrive che nell’anno appena trascorso sono stati registrati in tutto il mondo un gran numero di eventi estremi, tra cui ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi.
Dai vasti incendi boschivi in Canada alle oltre cento vittime provocate dai roghi alle Hawaii, passando per la devastante alluvione in Libia provocata dalla rottura delle dighe di Derna.
In Italia abbiamo dovuto assistere alle alluvioni in Emilia Romagna e Toscana e agli incendi in Sicilia.