I macchinari che tengono in vita la piccola Indi Gregory verranno staccati, rifiutato l'appello dei genitori
I supporti che tengono in vita Indi Gregory, la bambina inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale, verranno staccati alle 12
I macchinari che tengono in vita Indi Gregory, la bambina inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale, verranno staccati intorno alle ore 11 inglesi (le 12 italiane) di sabato 11 novembre. Lo comunica Simone Pillon che, insieme al portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus Jacopo Coghe, sta seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda.
L’appello dei genitori di Indi Gregory
L’appello dei genitori di Indi nel Regno Unito per impedire il distacco delle macchine che la tengono in vita è stato rifiutato ed è stato negato il ricorso alla Convenzione dell’Aja per il suo trasferimento in Italia.
Nell’udienza di venerdì 10 novembre i giudici inglesi avevano fissato come termine per il distacco dei dispositivi vitali lunedì 13 novembre.
Successivamente, tuttavia, è stato precisato dai legali della famiglia che l’interpretazione corretta della sentenza indica che il distacco verrà effettuato il prima possibile.
Il giudice Peter Jackson ha definito l’intervento italiano per il trasferimento a Roma della neonata “non nello spirito della Convenzione dell’Aja”.
Secondo i giudici, i tribunali inglesi sono nella posizione migliore per valutare “l’interesse superiore” della bambina. Per questo non è necessario un tribunale italiano.
L’intervento dell’Italia con Giorgia Meloni
Giorgia Meloni era intervenuta sulla vicenda, scrivendo al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito e chiedendo di collaborare per permettere il trasferimento di Indi Gregory a Roma.
In una lettera, la presidente del Consiglio italiana aveva fatto riferimento alla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori, riferendosi in particolare all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b.
Secondo il documento, “su richiesta motivata dell’Autorità centrale o di un’altra autorità competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’Autorità centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova” potrà “chiedere all’autorità competente del suo Stato di esaminare l’opportunità di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”.
I medici che curavano la bambina al Queen’s Medical Center di Nottingham avevano ribadito di non poter fare altro per lei. I genitori avevano chiesto che potesse tornare nella loro casa a Ilkeston, nel Derbyshire. Un’opzione che non è stata ritenuta praticabile.