Guerra Israele-Iran e la previsione di Guido Crosetto: cosa farà Netanyahu secondo il ministro della Difesa
Cosa farà Israele dopo l'attacco dell'Iran secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto: la previsione sulle prossime mosse di Netanyahu
È “improbabile che Israele si fermi”. Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto facendo una previsione sulle prossime mosse del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu dopo l’attacco subito dall’Iran. Secondo l’esponente FdI sarà però importante vedere il livello della reazione di Israele: il timore, condiviso dall’intera comunità internazionale, è che una reazione eccessiva possa infiammare il Medio Oriente, in una escalation senza precedenti.
- Guerra Israele-Iran, parla il ministro Crosetto
- La previsione di Guido Crosetto
- La posizione dell'Italia
- La guerra a Gaza
Guerra Israele-Iran, parla il ministro Crosetto
In una intervista al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto il punto della situazione sulla guerra in Medio Oriente dopo l’attacco sferrato dall’Iran contro Israele.
Partendo dall’analisi di quanto accaduto: “L’Iran ha attaccato Israele come rappresaglia alla bomba del 3 aprile al suo consolato in Siria che ha ucciso un generale di grande spicco a Teheran, ma anche di collegamento con Hamas“.
“I danni – spiega – sono stati limitati, l’attacco era stato annunciato da tempo ed ha consentito di far preparare la difesa. Oggi l’Iran lo ha considerato concluso”.
La comunità internazionale auspica che possa finire qui, dato che entrambi le parti hanno ottenuto un risultato: “L’Iran ha fatto vedere al suo mondo integralista di poter reagire e di avere una certa capacità militare, Israele ha a sua volta mostrato quanto forte sia la propria capacità di difesa e deterrenza”.
La previsione di Guido Crosetto
Secondo Guido Crosetto però è “improbabile che Israele si fermi, viste le proporzioni dell’attacco iraniano, come non si è fermato di fronte alle nostre richieste di una tregua a Gaza”, “quindi mi aspetto un’ulteriore risposta”.
Resta da vedere quale sarà: un attacco diretto all’Iran oppure un’azione contro i gruppi filo iraniani come Hezbollah in Libano. I falchi nel governo israeliano vorrebbero sfruttare questa occasione per fermare il programma nucleare di Teheran, colpendo siti di ricerca e di arricchimento dell’Uranio.
Ma si tratterebbe di una opzione complicata senza l’aiuto degli Stati Uniti, che sembra non voler percorrere questa strada.
“Netanyahu – afferma Crosetto – sa bene che il suo stesso Paese è diviso e sa che una reazione sproporzionata spaccherebbe anche il mondo arabo, mettendo a rischio l’intero processo di dialogo e stabilizzazione che a loro interessa, a partire dall’Arabia Saudita“.
La posizione dell’Italia
Nel conflitto in corso la posizione dell’Italia è quella di tutta la comunità internazionale: “Non vogliamo una escalation – spiega Crosetto – né giustificare un tipo di attacco che portasse a un punto di non ritorno. Diversa sarebbe una reazione di deterrenza, in una logica di confronto a distanza tra nemici storici”.
Per quanto riguarda i nostri militari presenti in Medio Oriente, il ministro afferma che “ad oggi i rischi dei nostri contingenti in Iraq e Kuwait sono immutati, mentre aumentano quelli in Libano e in Mar Rosso, anche se le nostre truppe non sono degli obiettivi per nessuno dei contendenti che anzi le rispettano”.
La guerra a Gaza
Secondo Crosetto l’attacco iraniano e la probabile rappresaglia israeliana non cambieranno la situazione nella Striscia di Gaza.
I piani di Israele resteranno gli stessi: “Sono concentrati su quello che vogliono fare, non ci hanno ascoltati finora, non penso abbiano tentennamenti ad andare avanti”.