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Giuseppe Conte: la rivelazione sul voto fatta in tv da Floris

Il presidente del Consiglio ha risposto alle incalzanti domande di Giovanni Floris a 'DiMartedì', in onda su La7

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il premier Giuseppe Conte, intervenuto a ‘Di Martedì’, il programma condotto da Giovanni Floris su La7 in onda questa sera, martedì 17 in prima serata, ha parlato del futuro del governo e svelato il nome del partito che ha votato alle scorse elezioni europee.

“Noi abbiamo una responsabilità nei confronti del Paese, lavoriamo intensamente per offrire delle risposte. Abbiamo chiesto la fiducia su 29 punti programmatici, ed è chiaro che non possiamo fare tutto insieme, a gennaio ci vedremo”, ha dichiarato Giuseppe Conte, secondo quanto anticipato dall’Ansa.

“Per me è prioritaria l’accelerazione della riforma della Giustizia e della burocrazia, perché siamo sommersi dalla burocrazia”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, che oggi è intervenuto alla presentazione del Piano Innovazione, dove ha salutato Beppe Grillo e Davide Casaleggio, seduti in platea.

“Con Beppe Grillo ci ho parlato qualche volta e l’ho visto molto consapevole, e su questo c’è molta sintonia, che questa è un’occasione storica per rendere l’Italia più verde e più digitale, per migliorare questo Paese”, ha dichiarato Giuseppe Conte ai microfoni di La7.

E riguardo la digitalizzazione dell’Italia ha aggiunto: “Credo che arriveremo a far trovare nei conti correnti fino a 2mila euro di base come superbonus per i pagamenti digitali. Offriremo un ampio ventaglio di pagamenti digitalizzati”.

“La riforma della prescrizione entra in vigore automaticamente e ho già detto che è giusta, solo che va accompagnata con altre misure che garantiscano la durata ragionevole dei processi. Sono queste misure che vanno accelerate“, ha evidenziato.

“Serve un piano antievasione“, ha continuato. Per poi lanciare una sfida a opposizioni ed elettorato: “Sappiate, io lo dico a tutti, se non piace il piano antievasione, cercate di mandarmi a casa. Io lotterò fino all’ultimo giorno”.

Giovanni Floris ha chiesto a Giuseppe Conte se il suo governo durerà fino a fine legislatura. “Io confido di sì”, ha risposto il premier, “confido che nessuno voglia interrompere questa opportunità“.

“Prima si parlava di parlamentari che sono passati all’opposizione. A me sembra assurdo. Se vuoi riformare il tuo Paese, fallo qui, ora, con noi“, ha aggiunto, secondo quanto riporta l’Ansa.

Le simpatie politiche di Giuseppe Conte: per chi ha votato e chi non voterà

Il presidente del Consiglio si è poi sbilanciato sulle sue simpatie politiche, rimaste invariate nel tempo nonostante le voci sulle fratture con il M5s. “Lo posso dire. Alle ultime europee ho votato Movimento 5 Stelle“.

E sulle elezioni regionali in Emilia Romagna ha dichiarato: “È un appuntamento elettorale che non trascuro, è una Regione importante. Ma di qui a dire che automaticamente il risultato (sarà quello dei sondaggi politici)…”.

Giuseppe Conte ha chiarito le sue simpatie politiche anche riguardo all’Emilia Romagna, dichiarando: “Cosa voterei? Sicuramente non la destra!”.

“Il linguaggio di Matteo Salvini e Giorgia Meloni non mi appartiene. L’ho anche detto nel discorso della fiducia, io mi batterò perché ci sia la cura delle parole, un linguaggio garbato. Non possiamo chiedere ai cittadini rispetto se non diamo rispetto con le parole”, ha rimarcato il premier.

Giuseppe Conte svela un retroscena sulla Banca Popolare di Bari

“Il nostro progetto non è nazionalizzare banche o nazionalizzare imprese. Dobbiamo fare di necessità virtù”, ha dichiarato Giuseppe Conte.

Sulla questione del salvataggio della Banca Popolare di Bari, si è poi domandato: “Cosa succede con 2.770 dipendenti e 600mila clienti? Cosa facciamo? Li mandiamo a carte e 48? Il governo, ‘cum grano salis’, con intelligenza, interviene. Ma sulle responsabilità del management saremo inflessibili”.

“Io non mai sentito e non c’è stato nessun vertice con (i manager de) la Banca Popolare di Bari, e mi sembra che sia stato smentito”, ha sottolineato il presidente del Consiglio sulla vicenda.

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