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Fase 2, come sarebbe con la riapertura totale: lo scenario

Le stime degli esperti nella relazione del comitato tecnico scientifico finita sul tavolo del premier Conte

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Fino a 151mila persone in terapia intensiva contemporaneamente, con il picco previsto per l’8 giugno: è lo scenario da brividi che si avrebbe in Italia nel caso in cui si riaprisse tutto a partire dal 4 maggio. La previsione è contenuta nella relazione che il comitato tecnico scientifico ha presentato al premier Conte alcuni giorni fa e che è stata pubblicata dal Corriere della Sera.

Nel report di 22 pagine gli esperti hanno valutato i contraccolpi dell’uscita dal lockdown calcolando fino a un centinaio di scenari diversi a partire dal 4 maggio.

Fase 2, lo scenario con la riapertura totale

I numeri relativi all’ipotesi peggiore – ritorno di fatto alla situazione di febbraio con la riapertura totale delle attività, scuole comprese – sono impressionanti: le terapie intenstive avrebbero bisogno di 151mila posti entro giugno, con oltre 430 mila pazienti con insufficienza respiratoria da intubare entro fine anno.

Stando alle simulazioni, nello scenario con la riapertura totale l’indice di contagio R0, il parametro che indica il tasso di replicabilità del virus, schizzerebbe a 2,25, ben oltre la soglia di 1.

Una situazione insostenibile per il sistema sanitario nazionale, che può contare attualmente su 9mila posti nelle terapie intensive. È anche sulla base di questo documento che il governo ha scelto di limitare le riaperture per la fase 2.

Decisiva per l’aumento dei contagi l’eventuale riapertura delle scuole: secondo le stime degli esperti, nel caso in cui si ripartisse con tutto, ma tenendo chiuse le scuole, i posti letto necessari nelle terapie intensive scenderebbero a 109.970, quasi un terzo rispetto all’ipotesi “tutto aperto”.

Fase 2, approccio progressivo e monitoraggio

Tutti i numeri contenuti nel documento del comitato tecnico scientifico hanno un certo margine di errore dovuto ad una serie di elementi di incertezza, come l’adesione alle norme di distanziamento da parte delle persone dopo la riapertura o il “valore dell’efficacia dell’uso di mascherine per la popolazione generale dovute a una limitata evidenza scientifica”.

Per questo gli esperti suggeriscono di adottare un approccio progressivo che si basa su un monitoraggio periodo e costante dell’efficacia delle misure adottate. Il comitato ha indicato un arco di tempo di 14 giorni per questi aggiornamenti progressivi.

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Coronavirus, il grafico della Protezione civile del 28 aprile Fonte foto: Ansa
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