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"70mila morti": scenari e rischi di una fase 2 senza tamponi

Una ricerca delle università di Trento, Udine e del Politecnico di Milano ha individuato tre possibili scenari

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una ricerca sull’epidemia di coronavirus in Italia, svolta dagli ingegneri delle università di Trento, Udine e del Politecnico di Milano, ha delineato alcuni fra i possibili scenari che potrebbero verificarsi dopo la fase 2. A collaborare allo studio, anche i medici del San Matteo di Pavia, compreso l’infettivologo Raffaele Bruno che si è occupato del “paziente uno“. Giulia Giordano, la prima autrice della ricerca pubblicata su Nature Medicine, ha elaborato tre proiezioni.

“A fine anno epidemia ancora in corso e 70mila morti”: lo scenario

“Abbiamo fatto almeno tre ipotesi diverse – ha dichiarato Giulia Giordano in un’intervista su Repubblica – con il mantenimento di un lockdown ferreo l’epidemia si esaurirebbe in uno-due mesi. Passando alla fase due senza tamponi e senza controllo dei contatti potremmo arrivare a 70mila vittime e i contagi resterebbero sostenuti: alla fine dell’anno l’epidemia sarebbe ancora in corso e la conta dei morti continuerebbe nel 2021″.

Il terzo scenario è quello mediano: “Allentando il lockdown, ma mantenendo l’attenzione estremamente alta sui nuovi focolai, con test fatti rapidamente ed estensivamente, l’epidemia resterebbe più o meno ai livelli di contrazione attuale, con un tasso di replicazione di 0,77, leggermente superiore a quello di oggi, e si concluderebbe entro l’anno con un numero totale di vittime fra 30 e 35mila”.

Come è stato delineato lo scenario: il metodo della ricerca

La ricercatrice dell’Università di Trento ha spiegato come sono state formulate queste ipotesi: “Abbiamo messo insieme competenze diverse: mediche, matematiche e ingegneristiche. Io in particolare mi occupo di sistemi di controllo. La mia specialità è prendere dati e formalizzarli all’interno dei modelli. Ma trattandosi di un virus nuovo, i medici del San Matteo ci hanno aiutato a tracciarne le caratteristiche”.

“Con i numeri dei contagi del primo mese – ha illustrato nel dettaglio Giordano – abbiamo creato un modello che è in grado di riprodurre i dati e anticipare anche l’andamento dell’epidemia nel futuro. Modificando alcuni parametri, come appunto la rigidità del distanziamento sociale, siamo in grado di vedere come reagiranno le curve”.

Quanti sono i pazienti non diagnosticati: l’ipotesi

Nella proiezione, ha specificato la ricercatrice, si è tenuto conto anche dei possibili asintomatici presenti in Italia, di cui non vi è traccia nei conteggi ufficiali in quanto non hanno fatto il tampone. “Nessuno conosce il loro numero preciso, nella realtà – ha aggiunto Giordano – ma ci siamo basati sul censimento di tutta la popolazione fatto a Vo’. Calcoliamo che i non diagnosticati siano fra il 30 e il 40% dei contagiati“.

La ricercatrice: “La curva potrebbe continuare a salire”

“Il picco fra i pazienti diagnosticati sarebbe stato raggiunto in Italia tra il 15 e il 20 aprile – ha osservato la studiosa – quello fra i positivi in totale, inclusi i non diagnosticati, circa una settimana prima. Ma nello scenario peggiore vediamo che la curva continuerebbe a salire”. Poi la previsione tutt’altro che rosea: “Quel che oggi chiamiamo picco verrebbe presto superato da un nuovo aumento dei contagi“.

Le soluzioni della ricerca per arginare i contagi

In merito alle possibili soluzioni per arginare la diffusione del coronavirus e bloccare la nascita di nuovi focolai, Giulia Giordano ha sottolineato l’efficacia di “tutte le misure che permettono di identificare precocemente i positivi e interrompere le catene di contagio, oltre a un rispetto ferreo delle regole d’igiene e della distanza fra le persone”.

“Non distinguiamo fra app o altri metodi – ha precisato la ricercatrice – ma confidiamo che lo strumento principale resterà il tampone, da fare il prima possibile a tutti i sospetti contagiati e ai loro contatti”.

Giulia Giordano ha poi concluso l’intervista di Repubblica con un appello: “Solo un tracciamento aggressivo ci permetterà di allentare il lockdown senza conseguenze gravi”.

Fase 2: il calendario delle riaperture fino al primo giugno Fonte foto: ANSA
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