Farina di grillo e larve, nell'Unione europea scatta il via libera alla commercializzazione: i precedenti
Nel 2023 si potranno trovare anche in Italia sugli scaffali dei supermercati nuove farine a base di insetti, come regolamentato dall'Unione europea
Si allunga l’elenco degli insetti che potranno finire a tavola dei cittadini europei. A partire dal 26 gennaio entra infatti in vigore il regolamento Ue che autorizza la commercializzazione delle larve di ‘Alphitobius diaperinus’ congelate, in pasta, essiccate e in polvere. Si tratta del cosiddetto verme della farina minore. Il via libera arriva esattamente due giorni dopo l’ok alla vendita come alimento della farina parzialmente sgrassata di ‘Acheta domesticus’, il grillo domestico.
- Insetti come alimenti, le precedenti autorizzazioni
- La normativa dell'Unione europea
- L'indagine di Coldiretti
Insetti come alimenti, le precedenti autorizzazioni
Ad oggi il verme della farina minore e il grillo domestico non sono gli unici due insetti a poter essere commercializzati all’interno dell’Unione europea. I via libera hanno tre precedenti.
Nel giugno del 2021 era stato dato l’ok alla forma essiccata della larva gialla della farina (Tenebrio molitor o tenebrione mugnaio). Alla fine dello stesso anno si era aggiunta la locusta migratoria in polvere, congelata, in pasta ed essiccata. Poi, nel mese di marzo 2022, l’elenco si era arricchito con grilli e larva gialla della farina in tutte le medesime forme.
Le tipologie di insetti come alimenti potrebbero però non essere finite qui: nella lista d’attesa della Commissione europea ci sono altre otto domande.
La normativa dell’Unione europea
L’apertura alla vendita del particolare cibo è frutto del regolamento Ue sui cosiddetti novel food, entrato in vigore nel 2018. Secondo quanto stabilito gli insetti interi possono essere riconosciuti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.
La normativa permette di conseguenza a questi prodotti di comparire sugli scaffali dei supermercati, a disposizione dei consumatori. Tra le ragioni che hanno spinto l’Unione europea ad aprire alla commercializzazione degli insetti a tavola c’è l’esigenza di trovare fonti di proteine alternative per rendere più sostenibile il sistema alimentare.
Si tratta infatti di fonti di sostentamento altamente proteiche e nutrienti, responsabili di meno dell’1% dell’impronta di carbonio totale connessa all’allevamento. Una caratteristica che li rende un’alternativa importante alla carne.
Come tuttavia evidenziato dalla stessa Commissione europea, l’impatto sul mercato è ancora “trascurabile poiché parliamo di una piccola nicchia“. E soprattutto perché “spetta ai consumatori decidere se vogliono o meno mangiare insetti”.
L’indagine di Coldiretti
Gli italiani ad oggi sono comunque poco disposti a cedere alla categoria dei novel food. Come rilevato da un’indagine condotta da Coldiretti-Ixé, il 54% è contrario agli insetti a tavola, il 24% è indifferente, solo il 16% è favorevole e il 6% non risponde. Per la grande maggioranza della popolazione il cibo a base di insetti è considerato “estraneo alla cultura nazionale”.
Coldiretti ricorda poi che il loro consumo può talvolta creare reazioni allergiche. Ma su questo l’Unione europea è già intervenuta, prevedendo requisiti specifici di etichettatura: le proteine da insetti possono causare reazioni soprattutto nei soggetti già intolleranti a crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, ai molluschi.