Esplosione a Calenzano al deposito Eni e l'ipotesi sulle cause, cos'è emerso dall'inchiesta
Le cause dell'esplosione nel deposito Eni di Calenzano potrebbero essere da ricercare in una nube di vapori formatasi dove si è verificato lo scoppio
La Procura di Prato continua a indagare sulle cause che hanno portato all’esplosione di Calenzano, in provincia di Firenze, dove nel deposito Eni sono morte 5 persone e 26 sono rimaste ferite. Dall’inchiesta è emerso che al momento della tragedia avvenuta lo scorso 9 dicembre era in atto il sollevamento di un carrello nei pressi della pensilina numero 6. Lì si sarebbe formata una nube di vapori di carburanti.
- Ipotesi sull'esplosione di Calenzano
- Manutenzione agli impianti di Calenzano
- Verso l'identificazione degli indagati
Ipotesi sull’esplosione di Calenzano
L’innesco dello scoppio potrebbe essere stato agevolato da tali condizioni, come evidenzia l’agenzia Ansa. Il fumo di vapori sarebbe già stato segnalato da alcuni testimoni.
Citando fonti inquirenti, Il Giornale scrive che vapori di benzina e di altri carburanti si formano durante le fasi di pompaggio che coinvolgono le autobotti.
Nel fotogramma tratto da un video ripreso da una telecamera di sicurezza, il momento dell’esplosione nel deposito Eni di Calenzano
Sul campo indagano i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Firenze, che hanno anche passato in rassegna le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza.
Un video, con immagini sgranate ma eloquenti, mostra il diffondersi di fumo, fino a formare una piccola nube di gas alla base di una corsia di carico di carburanti. L’esplosione è avvenuta poco dopo.
I militari sono alla ricerca di altri spezzoni che possano aggiungere elementi utili, mentre nel frattempo continuano ad essere sentiti gli operai e gli autotrasportatori che si trovavano sul posto.
Manutenzione agli impianti di Calenzano
Nella mattinata del 9 dicembre erano in corso due interventi di manutenzione agli impianti: il primo è stato effettuato alla pensilina numero 7, di fianco a quella coinvolta dall’esplosione; il secondo aveva lo scopo di riparare due raccoglitori di vapori mal funzionanti sulla corsia 6, quella in cui è avvenuto lo scoppio.
Venerdì 13 dicembre sono state ultimate le autopsie sulle salme delle 5 vittime, alle quali è seguita l’identificazione con il prelievo di Dna dai familiari.
Lunedì 16 si terrà il sopralluogo dei consulenti della Procura di Prato sugli impianti e sui mezzi presenti nella zona dell’esplosione.
Verso l’identificazione degli indagati
Successivamente, scrive ancora il quotidiano, la Procura dovrebbe procedere con l’iscrizione, a vario titolo, dei primi indagati.
Al momento è stato aperto un fascicolo con le ipotesi di omicidio colposo plurimo, lesioni gravi, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. I pm avrebbero già individuato i primi nomi.