Esplosione a Calenzano nel deposito Eni, chi sono i morti e i dispersi
Il tragico bilancio dell'esplosione a Calenzano presso la raffineria Eni è di due morti e tre dispersi: ecco chi sono, cosa si sa sulle loro identità
Il tragico bilancio dell’esplosione che si è verificata il 9 dicembre a Calenzano, nella raffineria Eni, è di due morti e tre dispersi. Mancano cinque operai all’appello e due corpi privi di vita sarebbero già stati ritrovati. Le operazioni di identificazione sono ancora in corso e solamente una vittima è stata identificata: si tratta dell’operaio napoletano Vincenzo Martinelli. Il numero dei feriti, nel frattempo, è salito a 26.
- Calenzano, l’incidente ha causato due morti
- Esplosione alla raffineria Eni, tre dispersi
- È mistero sulle cause della tragedia
Calenzano, l’incidente ha causato due morti
Fonti ufficiali confermano che l’esplosione alla raffineria di Calenzano ha causato la morte di due operai.
Sarebbero infatti stati trovati due corpi, dei quali uno è stato identificato.
I mezzi di soccorso nei pressi del sito dell’Eni dove è avvenuta l’esplosione
Si tratta di Vincenzo Martinelli, autista 62enne originario di Napoli.
Non è ancora chiaro chi, tra gli altri operai che mancherebbero all’appello, sia deceduto e chi, invece, potrebbe essere ancora vivo.
Esplosione alla raffineria Eni, tre dispersi
Oltre ai due morti accertati, all’appello nell’esplosione di Calenzano mancano altre tre persone.
Tre, dunque, è il numero ufficiale dei dispersi, che attualmente sono ancora ricercati.
L’elenco delle vittime e dei dispersi è unico, ma le loro generalità non sono ancora note. Si sa, però, che mancano all’appello diversi operai e che i più giovani hanno 45 anni.
Nell’elenco figurano:
- un operaio 57enne di Catania
- un 45enne di Matera
- un 49enne della provincia di Novara
- un 45enne proveniente dalla Germania, ma originario di Matera.
Secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino, i cinque operai erano alla guida delle autocisterne durante l’esplosione.
È mistero sulle cause della tragedia
Infine, il bilancio dei feriti è salito a 26: di questi, tre versano in gravi condizioni.
Non è ancora chiaro cos’abbia causato l’esplosione alla raffineria Eni di Calenzano. Secondo quanto riportato dalle prime indagini, durante le operazioni di carico all’interno di un’autocisterna si sarebbe verificato un primo scoppio, il quale avrebbe poi coinvolto le altre cisterne.
Nonostante la nube di fumo abbia destato inizialmente preoccupazione, non sembrano esserci rischi per la salute della popolazione residente in zona. Infatti, i monitoraggi effettuati dall’ARPAT hanno permesso di rilevare che la nube dell’incendio si è già dispersa.
Per tale ragione, il prelievo di campioni dal suolo non è stato necessario.