Dpcm, scontro tra Regioni e governo: la risposta di Speranza
Si accende la polemica sulle aree di rischio attribuite alle regioni e la Calabria annuncia di impugnare l'ordinanza del ministro Speranza
All’indomani del nuovo Dpcm con le quali si divide l’Italia in tre fasce di rischio per l’aggravarsi dell’epidemia Covid-19, si infiammano ancora di più le polemiche con le Regioni finite nell’area rossa, con botta e risposta tra governatori e ministri, come riassume l’Ansa.
Dpcm, scontro tra Regioni e governo: l’annuncio della Calabria
L’ultima mossa è quella della Regione Calabria che annuncia, tramite il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, di fare ricorso contro il provvedimento del governo: “Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale.”
Il presidente ad interim, dopo la scomparsa di Jole Santelli, rivendica come la situazione nella sua Regione non giustificherebbe alcun lockdown “soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta.”
Dpcm, scontro tra Regioni e governo: le polemiche
Ma in precedenza era stato proprio colui che firma le ordinanze per l’assegnazione del livello di rischio ai territori, il ministro della Salute Roberto Speranza, a rispondere alle reazioni dei governatori: “Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili.”
Una replica indirizzata anche ai presidenti delle regioni finite nell’area rossa:”Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili” ha protestato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
“Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte pretendo dal Governo chiarezza” ha chiesto Cirio con un lungo post su Facebook in cui lamenta l’utilizzo da parte dell’Iss di dati ormai vecchi per stabilire l’evoluzione in corso dell’epidemia nelle diverse zone d’Italia.
Un punto sollevato prima di tutti dal governatore Lombardo Attilio Fontana: “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” ha detto in reazione alle decisioni del governo.
Insoddisfazione condivisa anche da un’altra delle regioni che dovrà applicare le misure più restrittive: “Le Regioni hanno chiesto di avere i fogli di calcolo utilizzati dal Cts, io l’ho ribadito anche ieri: è importante avere chiarezza sul perché siamo nella zona rossa, anche come elemento di chiarezza nei confronti dei cittadini’ ha detto il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, intervenendo in Consiglio regionale.
Alla polemica, infine, non si sottrae nemmeno il ministro in quota Cinque stelle, Luigi Di Maio: “Non capisco adesso questo atteggiamento scontroso e caotico da parte di alcune Regioni e di alcuni Comuni, che oggi dicono il contrario di ciò che dicevano il giorno prima. Bisogna chiudere, poi no, poi sì, poi lo sconcerto per aver chiuso. Giorni fa reclamavano più autonomia e oggi vogliono meno responsabilità. Ma si può?” scrive su Facebook.
“È uno spettacolo indecoroso” termina così il ministro degli Esteri il suo post.
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