Regioni: come possono cambiare colore e fascia di rischio
Il premier Giuseppe Conte ha spiegato come può una regione cambiare colore e fascia di rischio
L’ultimo dpcm presentato dal premier Conte in conferenza stampa nella serata di mercoledì ha suddiviso l’Italia in tre fasce (regioni “rosse”, regioni “arancioni” e regioni “gialle“), sulla base del livello di rischio collegato all’emergenza Covid in Italia e delle conseguenti misure restrittive.
Ma come può una regione “cambiare colore” e livello di rischio? E quando può farlo?
A spiegarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio in conferenza stampa: “Se una regione, all’esito dell’adozione di queste misure restrittive dovesse rientrare, in condizioni di stabilità per non meno di 14 giorni, in una condizione di rischio più basso, potrà essere assoggettata successivamente a un regime di misure meno restrittive”.
A livello più pratico, affinché possa passare da un livello di rischio più alto a uno più basso, una regione dovrà registrare dati ritenuti “positivi” (sulla base degli indicatori attenzionati dal governo) per non meno di 14 giorni.
Ovviamente, è prevista anche l’ipotesi opposta, cioè di un passaggio da un livello di rischio più basso a uno più alto.
A decidere l’eventuale “passaggio di fascia”, stando a quanto ha spiegato il premier Conte, saranno “future ordinanze del ministero della Salute, che non saranno arbitrarie o discrezionali, come non lo è stata quella appena emanata, perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico che viene effettuato congiuntamente dai rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, del ministero della Salute e da rappresentanti delle Regioni“.
Tali risultati sono successivamente condivisi coi componenti del Comitato Tecnico Scientifico, che ha stilato la lista dei 21 indicatori sulla base dei quali viene indicato il livello di allerta di ogni singola regione, definiti da Conte “la bussola che ci indica dove intervenire e con quali misure”.
La suddivisione in fasce di rischio decisa dal governo ha già scatenato le ire dei governatori delle Regioni inserite in “zona rossa”.