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Miozzo (Cts) contro riapertura degli stadi: ci sono tre problemi

Alberto Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, si è dichiarato contro la riapertura degli stadi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“A chi preme per riaprire gli stadi vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia il 19 febbraio scorso. In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia”. Lo riferisce Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista al Corriere della Sera. A più riprese il Cts ha sottolineato il pericoloso ruolo dei grandi eventi nella diffusione del coronavirus.

I tre problemi che ostacolano l’apertura degli stadi a causa del coronavirus

“Oggi l’apertura degli stadi è ostacolata da almeno tre problemi. Il primo è la vicinanza tra le persone, il momento in cui si esulta, quello in cui si protesta. Poi ci sono gli ingressi, quando ci si accalca alle biglietterie e ai varchi di accesso, e il deflusso. Aprire con più di mille spettatori è in questo particolare momento impensabile”, ha spiegato il medico.

“Il mondo del calcio è troppo importante per il nostro Paese. In previsione di una graduale apertura sarà necessario verificare gli effetti che questi eventi possono causare sulla curva e su quel maledetto indice di trasmissione Rt che a noi preme mantenere sotto controllo. È importante seguire le esperienze degli altri Stati dell’Unione europea”, ha dichiarato Agostino Miozzo.

“Altri Paesi guardano con preoccupazione la riapertura degli stadi”, ha evidenziato. “Qualcuno come la Germania ha fissato una capienza massima al 20%, ma si riserva una nuova valutazione, altri hanno un approccio variabile ma tendenzialmente riduttivo e con grande prudenza. La curva epidemica sale ovunque, e bisogna comportarsi di conseguenza”.

Miozzo (Cts): “L’Italia ha saputo gestire meglio di tutti l’emergenza Covid”

Riguardo Roberto Speranza, contrario alla riapertura degli stadi, Agostino Miozzo ha spiegato che “conosce perfettamente la situazione. Ha ben chiari i rischi. L’Italia è il Paese che ha saputo gestire meglio di tutti l’emergenza, è visto come l’esempio da seguire. Vanificare gli sforzi fatti finora sarebbe da incoscienti. Ricordiamoci che cosa è successo quest’estate con la riapertura delle discoteche. Le Regioni sono andate in ordine sparso e alla fine il Governo è stato costretto a chiudere tutto”.

Il coordinatore del Cts ha sottolineato sulle pagine del Corriere della Sera di conoscere bene l’importanza economica del mondo del calcio, “infatti il mio è un discorso da tecnico della Salute di Protezione civile, poi deve essere la politica a decidere. Io posso dire che l’indicazione di non far svolgere gli eventi sportivi ha avuto, per noi, lo stesso effetto del divieto per i funerali, perché si privano i cittadini di momenti importanti per la nostra vita, celebrare momenti di gioia o di dolore”.

Miozzo (Cts): “La scuola è il motore della ripartenza del Paese”

“Ora però dobbiamo occuparci di altri aspetti fondamentali per la comunità e la priorità assoluta, quantomeno per noi tecnici, è la scuola”. Pur non dichiarandosi preoccupato, Agostino Miozzo si è detto “attento a quello che accade. Non possiamo permetterci di tornare alle lezioni a distanza. La scuola è il motore della ripartenza e del Paese. Tutta la nostra attenzione deve essere concentrata su questo”.

“È ancora troppo presto per dire che l’aumento dei contagi dipende dalla ripartenza della scuola. Ma noi sappiamo che avremo una risalita della curva e l’età media dei positivi che si alza di nuovo perché i contagi stanno aumentando nelle famiglie” per via dei “ragazzi che hanno contatti con genitori e nonni”.

“È tragico e triste, ma condivido la posizione del professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e collega componente del Cts, secondo il quale è necessario un patto generazionale che convinca i giovani a essere prudenti. La scuola movimenta 12 milioni di persone. Più di un sesto dell’intera popolazione del Paese. E questo fa sì che dobbiamo occuparci di tutto ciò che è collegato, come i trasporti pubblici che si affollano e la diagnostica”, ha sottolineato Agostino Miozzo.

Miozzo: “A primavera 2021 cominceremo a ragionare sul ritorno alla normalità”

“Stiamo lavorando per dare a medici di base e pediatri test veloci validati per non dover aspettare quattro o cinque giorni e per far tornare gli studenti a scuola e le persone al lavoro non appena le loro condizioni lo consentono“, ha spiegato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico al Corriere della Sera.

Il medico esclude un lockdown generalizzato. “Ci potranno essere nuove zone rosse, ma la situazione negli ospedali e nelle terapie intensive è al momento ancora sotto controllo. Per questo dico che non bisogna prendere decisioni azzardate, soprattutto in coincidenza della ripresa autunnale”.

“Il freddo ci imporrà di rimanere molto di più nei luoghi chiusi con minor ricambio di aria e ciò favorisce la circolazione del Covid”, ma “se la sperimentazione del vaccino non subirà altre frenate e se tutto va bene, nella primavera del 2021 cominceremo a ragionare sul ritorno alla normalità”, ha concluso Agostino Miozzo.

Coronavirus e mascherine, gli errori più diffusi e da evitare Fonte foto: Ansa
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