Covid, il vaccino AstraZeneca "improbabile" entro gennaio
Ritardi in vista per il vaccino anti Covid di AstraZeneca: l'autorizzazione in Europa potrebbe non arrivare entro gennaio
È “improbabile” che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) riesca a dare il via libera all’uso del vaccino AstraZeneca a gennaio. Lo ha detto il vice direttore esecutivo dell’Ema, Noel Wathion, in un’intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad. La compagnia farmaceutica che ha sviluppato il vaccino anti Covid in collaborazione con l’università di Oxford non ha ancora presentato la domanda.
“Servono altri dati sulla qualità del vaccino”, ha aggiunto Wathion, spiegando che l’agenzia finora ha ricevuto solo alcune informazioni sul vaccino, “insufficienti anche a dare un via libera condizionato alla commercializzazione”.
Alla base della decisione ci sarebbero errori metodologici nella prima sperimentazione del candidato vaccino. Non ci sarebbero dubbi quindi sulla sicurezza del siero.
Il problema, ha spiegato all’Ansa il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, “non sembra riguardare problemi correlati alla sicurezza, ma piuttosto all’efficacia valutata con un protocollo poco lineare, in quanto alcuni dati sono stati ottenuti con una dose seguita da una seconda variabilmente somministrata, o mezza dose per errore seguita da una dose piena”.
“In questo modo – rileva – non tutti i soggetti sono stati sottoposti ad un richiamo negli stessi tempi, portando ad un elemento di difficile interpretazione sulla reale percentuale di efficacia”.
Vaccino AstraZeneca in ritardo, le conseguenze per l’Italia
Se confermata non sarebbe una buona notizia per l’Italia e per gli altri Paesi europei, che contano molto sul vaccino di AstraZeneca. Per una serie di ragioni, a partire dal fatto che la Commissione europea ne ha ordinato una fornitura consistente.
Stando agli accordi sottoscritti a livello europeo all’Italia spettano 40,38 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, più di quelle Pfizer (26,92 milioni) e Moderna (10,76 milioni) messe assieme, considerando solo i primi tre vaccini che saranno disponibili nei primi mesi dell’anno.
Ma anche perché il siero di AstraZeneca è più facile da conservare: basta un frigorifero normale a -4 gradi centigradi. E ha un costo nettamente inferiore agli altri due: 2,8 euro per dose, 8-10 volte in meno rispetto a Pfizer e Moderna.
Von der Leyen: “Comprate altre 100 milioni di dosi di vaccini Pfizer”
Intanto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato su Twitter l’accordo per una ulteriore fornitura di vaccini con Pfizer/BioNtech.
“Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive del vaccino BioNTech/Pfizer, già in uso per vaccinare gli europei. Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno”, ha twittato.
Il contratto di acquisto concluso tra la Commissione e Pfizer-BioNTech ha riservato 200 milioni di dosi ai cittadini europei e offriva un’opzione per l’acquisto fino a ulteriori 100 milioni di dosi. Secondo quanto spiega un portavoce Ue, la Commissione ieri ha inviato conferma all’azienda che sta attivando tutti i 100 milioni di dosi facoltativi.
Covid, un altro vaccino entra in fase 3
Negli Usa un nuovo candidato vaccino contro il Covid-19 entra nella fase 3 della sperimentazione, l’ultima prima della richiesta di autorizzazione. Si tratta, riferisce un comunicato del National Institute of Health che finanzia il test, del siero messo a punto da Novavax, che diventa quindi il quinto ad essere arrivato a questa punto negli Stati Uniti.
Il test, che segue uno simile iniziato in Gran Bretagna, arruolerà 30mila persone in 115 centri negli Usa e in Messico. La componente principale del vaccino è in questo caso la proteina spike del virus, inoculata in una forma stabile grazie ad una tecnologia proprietaria basata su nanoparticelle.