Vaccino, "dati eccezionali": parla il ricercatore di Moderna
È italiano il ricercatore a capo del team di Moderna che ha sviluppato il vaccino anti Covid. Il suo racconto
Nessuna preoccupazione sulla variante inglese del coronavirus: “Ssiamo fiduciosi. Ci aspettiamo che le risposte procurate dal nostro vaccino siano ugualmente protettive“. Lo ha detto in una intervista al Corriere della Sera Andrea Carfì, ricercatore italiano a capo del centro di ricerca sulle malattie infettive di Moderna, la seconda azienda al mondo ad aver sviluppato e messo in commercio un vaccino anti-Covid.
“Pensiamo – ha spiegato – che gli anticorpi possano bloccare anche la variante. Non è la prima mutazione né sarà l’ultima. Questo virus cambierà continuamente, ma non rapidamente come succede ai virus influenzali, diversi ogni anno”.
Cresciuto a Vittoria in provincia di Ragusa, 51 anni, Carfì ha passato metà della sua vita all’estero tra Inghilterra, Spagna, Francia e Stati Uniti. Da 10 anni è a Boston. È stato il suo team a sviluppare il vaccino contro il coronavirus assieme all’Nih (National health institute).
Il ricercatore svela che proprio a quella impresa è legato il momento più bello della sua vita: “Quando ho visto i dati di fase uno sul vaccino. Dimostravano senza ombra di dubbio che era capace di stimolare difese sostanziali contro il coronavirus”.
“Eravamo in teleconferenza. Subito dopo la lettura – ha raccontato – c’è stato un lungo momento di silenzio come se nessuno di noi avesse il coraggio di parlare. Sono stato io a rompere il ghiaccio. Dati eccezionali, ho esclamato. A quel punto sono scoppiati gli applausi”.
Carfì ha poi ripercorso le tappe che hanno portato a quel risultato: “A Moderna avevamo già lavorato sui coronavirus, studiando quello della Mers, che appartiene alla stessa famiglia del Sars-CoV-2 e gli somiglia molto. Con l’Nih ci siamo sempre dedicati a vaccini contro le pandemie”.
“A gennaio, quando si è avuta notizia dei casi di polmonite virale in Cina, ci siamo subito attivati – ha detto -, utilizzando l’esperienza nel disegnare vaccini contro i coronavirus. Da quando abbiamo conosciuto la sequenza del Sars-CoV-2 a quando abbiamo avviato il primo studio clinico sono passati solo 63 giorni”.
Il vaccino di Moderna “ha un’alta efficacia anche sugli anziani e previene le forme più gravi di malattia”, ha spiegato. Inoltre le prime risultanze suggeriscono che “possa prevenire infezioni asintomatiche“, ma per questo aspetto serviranno nuovi dati.