Covid, le riaperture "un rischio": la data chiave secondo Rezza
Una nuova risalita della curva dei contagi potrebbe arrivare con le riaperture: Gianni Rezza spiega quando e se intervenire
I contagi stanno calando ma ancora molto lentamente, e le riaperture annunciate da Draghi rischiano di far ripartire la curva epidemica. Secondo Gianni Rezza, capo della Prevenzione del ministero della Salute e membro del Comitato tecnico scientifico, “il rischio c’è“, ma “abbiamo un sistema di allerta precoce, che consente di attuare misure restrittive prima che la curva riparta”.
“La tendenza è alla diminuzione, che però è molto lenta. Siamo ancora a 180 casi settimanali per 100mila abitanti, un’incidenza ancora abbastanza elevata”, ha detto Rezza in una intervista a Repubblica.
“Abbiamo ancora oltre 300 morti e 15mila casi al giorno, stiamo facendo delle riaperture in un momento in cui la curva sta flettendo leggermente. Il rischio c’è”, ha spiegato.
“Quello accettabile per un epidemiologo è zero, per un economista può essere invece 100 e per chi campa con un’attività che ha dovuto chiudere è ancora più elevato. È legittimo che la politica trovi una sintesi, dopodiché – ha aggiunto – nessuno oggi può escludere che facendo ripartire scuole e altre attività la curva risalga”.
Riaperture, Rezza: decisive “due-tre settimane”
“Nel momento in cui allenti è normale che l’epidemia possa ripartire, a meno che non intervengano fattori esterni, come l’allargamento della vaccinazione. Noi poi abbiamo un sistema di allerta precoce, che consente di attuare misure restrittive prima che la curva riparta”.
Se la curva dei contagi dovesse risalire rapidamente parte delle riaperture potrebbero quindi venire revocate, con il ritorno a misure più restrittive. Secondo Rezza “una eventuale crescita della curva si vedrà a distanza di due-tre settimane” dalle riaperture.
Un ruolo importante in questo lo hanno le varianti del coronavirus: “Sono un punto cruciale, fanno sì che l’epidemia scenda così poco nonostante misure importanti prese in questi mesi”.
Sul pass sanitario per potersi spostare, Rezza ha spiegato che ci “si sta lavorando, anche a livello europeo”. “Il problema – ha spiegato – è che non si può dire che anche chi è stato malato o vaccinato sia del tutto immune. Per questo il pass è sicuramente prezioso ma quando gran parte delle persone sono vaccinate”.
Vaccini, Pfizer e Moderna ai più giovani
Il capo della Prevenzione del ministero della Salute ha parlato anche della campagna vaccinale, spiegando che alle persone sotto i 60 anni verranno somministrati i vaccini a Rna messaggero come Pfizer e Moderna.
“Va bene anche usare gli mRna con i più giovani, che fanno circolare la malattia. Questo perché – ha sottolineato – quei vaccini sono più efficaci nel bloccare anche i portatori sani”.
Sull’eventuale terza dose da fare, Rezza ha spiegato che “un conto è il ciclo vaccinale, che ne prevede due, un altro è il booster, la dose supplementare. Visto che non sappiamo quanto dura l’immunità conferita dal vaccino è prevedibile che dopo un certo periodo di tempo sia necessaria”.
Rezza ha parlato anche della possibilità di dover fare il richiamo ogni anno: “Non è detto che fatta questa campagna elimineremo il problema. Ci sono ancora cose che non possiamo prevedere: appunto la durata della protezione, le varianti, il ricircolo naturale del virus”.
“Non è che stiamo eradicando il vaiolo. Ora vacciniamo per proteggere – ha aggiunto – entro l’estate spero che lo faremo per rallentare la velocità di circolazione. Poi dovremo vedere se il virus si ripresenterà, mutato o meno”.