Covid, l'infettivologo avverte: "Più virus in casa che da fuori"
L'infettivologo Massimo Galli ha parlato della situazione coronavirus in Italia parlando di arrivi dall'estero, migranti e quarantena
“Abbiamo ancora molto più virus in casa, che circola tra gli italiani, di quanto ne sta arrivando da fuori”. Lo ha detto Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, a SkyTG24, rispondendo ad una domanda sui rischi di nuovi contagi da coronavirus che arriverebbero dai barconi. “Quindi – ha aggiunto – è un discorso che ha poco senso, serve essere capaci di stabilire presidi di sorveglianza con un’efficienza tale da metterci al riparo da sorprese”.
“Siamo in un mondo globalizzato, le infezioni possono venire da oltre confine dai Paesi Schengen. La grande epidemia italiana probabilmente si è generata da una sola introduzione che veniva dalla Germania, di un ceppo virale cinese. Può essere stato un cittadino di qualsiasi Paese europeo o del mondo ad aver portato l’infezione”, ha spiegato Galli.
“Certo, dobbiamo stare attenti a ciò che arriva da Messico, Stati Uniti, Est europeo, India, Pakistan o Bangladesh, il virus può arrivare di nuovo da tutte le parti“, ha aggiunto.
Parlando del caso del centro di accoglienza di Treviso in cui sono risultati positivi 133 migranti, l’infettivologo ha affermato che “determinate strutture chiuse o comunque con le caratteristiche di quel centro d’accoglienza sembrano fatte apposta, nel malaugurato caso in cui qualcuno si contagi, per far diventare gli infetti subito molti”.
“È anche il motivo – ha proseguito – per cui non sono favorevole all’utilizzo delle navi come luoghi di quarantena. Al limite va bene per le persone già infettate, se poi hanno il massimo dell’assistenza, ma non per i non infettati che devono stare in quarantena”.
“Se poi ce n’è uno che sviluppa l’infezione, rischiano poi di svilupparla tutti gli altri. È successo in bellissime navi da crociera, figuriamoci in navi così così, utilizzate per non tenere le persone a terra”, ha concluso Galli.