Covid, balzo della variante Delta in Italia: gli ultimi dati
Cosa è emerso dall'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità sulla distribuzione delle varianti del coronavirus in Italia
In Italia, “in base ai dati attualmente disponibili, la percentuale dei casi” da varianti Kappa e Delta (famiglia ‘indiana’) “riportati alla Sorveglianza integrata Covid-19 è aumentata dal 5,2% nel mese di maggio 2021 al 27,7% nel mese di giugno; la quasi totalità dei quali ascrivibili alla variante Delta“. È quanto si legge nel rapporto dell’Istituto superiore di sanità sulla distribuzione delle varianti del coronavirus nel nostro Paese, aggiornato al 5 luglio.
Nel report si sottolinea che la frequenza e la diffusione dei casi provocati dalla variante Delta sono in aumento, e che questi casi “sono principalmente associati a focolai circoscritti identificati in diverse aree del Paese”.
In Italia, rileva l’Iss, continua ad essere prevalente la variante Alfa (inglese), “sebbene presenti in percentuale un trend in diminuzione rispetto alle altre varianti”.
La variante Gamma (brasiliana) “mostra una diffusione maggiore in alcune Regioni/Province autonome italiane, con prevalenza complessiva pari al 11,8% con un andamento stazionario nel periodo di riferimento”.
“In linea con quanto osservato in altri Paesi europei con elevata copertura vaccinale – si legge nel rapporto – anche in Italia si conferma una sempre maggiore diffusione della variante Delta“.
“Questa variante è caratterizzata da una ulteriore maggiore trasmissibilità e da una parziale riduzione nella capacità di neutralizzazione di anticorpi contro varianti del virus Sars-CoV-2 precedentemente circolanti”.
Per questo, raccomanda l’Iss, “è necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti di Sars-CoV-2, e in particolare la presenza di mutazioni riconducibili a una maggiore trasmissibilità e/o associate a una potenziale capacità di evadere la risposta del sistema immunitario”.