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Covid, l'analisi di Crisanti sull'epidemia: cosa dicono i dati

Andrea Crisanti è intervenuto durante un dibattito sulla sanità veneta a Vicenza per parlare dell'evolversi dell'epidemia di coronavirus

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’immunologo Andrea Crisanti è intervenuto durante un dibattito sulla sanità veneta a Vicenza per parlare dell’evolversi dell’epidemia di coronavirus. A proposito dei dati quotidiani forniti dal bollettino del Ministero della Salute, come riporta l’Ansa, Crisanti ha affermato che “non possono essere interpretati: i casi di oggi non hanno nulla a che vedere, dal punto di vista numerico, con quelli del passato. Ecco perché non si può dire nulla e non si possono commentare”.

Coronavirus, i dati quotidiani letti da Crisanti

L’epidemia di coronavirus in Italia, che nelle ultime settimane sta registrando un trend in crescita, sta avendo un impatto sostanzialmente diverso rispetto a quello di marzo e aprile. Per Crisanti, le situazioni non si possono paragonare nemmeno in merito al rapporto tra decessi, nuovi contagi e tamponi: “Sono cose completamente diverse”.

Quanto alle condizioni di salute dei nuovi contagiati, di cui ha parlato anche lo pneumologo Sergio Harari, Crisanti ha osservato: “Intercettiamo tantissime persone che stanno bene e tantissimi asintomatici. Prima gli asintomatici nemmeno ‘esistevano’ e a malapena si faceva il test a quelli che stavano per morire”.

Il professore di microbiologia dell’Università di Padova ha poi sottolineato, sulla base dei dati, che “tutti i Paesi che hanno riaperto subito tutto hanno innescato un aumento della trasmissione molto precoce. Da parte sua l’Italia si è invece differenziata e le regioni che hanno riaperto prima stanno registrando più casi delle altre”.

Coronavirus, cosa accadrà col rientro a scuola

Poi, in vista dell’inizio dell’anno scolastico, Crisanti ha affermato: “Se a livello nazionale sono state prese delle decisioni, è giusto che siano portate sino in fondo e vediamo che effetto faranno”.

L’immunologo ha poi espresso la sua opinione personale in merito al rientro in aula: “Io per l’apertura della scuola avrei fatto delle cose diverse. Andrebbero valutate le misure sulla base degli obiettivi, che a mio parere sono fondamentalmente tre”.

Scuola, i tre obiettivi per Crisanti

“Il primo – ha elencato Crisanti – è garantire che i ragazzi non si infettino a scuola, il secondo è proteggere dalla trasmissione il personale docente e non docente degli istituti scolastici, e il terzo è fare in modo che il rientro nelle scuole non inneschi una trasmissione senza controllo per tutta la società”.

Per Crisanti, infine, “misurare la temperatura a casa a mio avviso ha pochissimo senso perché ognuno opera in modo diverso e con termometri diversi, si tratta di una misura che ha poco di scientifico. Inoltre bisogna far vaccinare i ragazzi contro l’influenza, perché l’influenza nelle fasi iniziali è totalmente indistinguibile e rischia di innescare un sistema di isolamento all’interno delle classi e nelle famiglie”.

Coronavirus, identikit nuovi positivi: come avviene il contagio Fonte foto: ANSA
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