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Covid, "608 morti correlate al vaccino": il chiarimento di Giorgio Palù (Aifa) dopo le dichiarazioni in Senato

Le parole dell'esperto hanno causato confusione, ma lui stesso ha chiarito a cosa si riferiva citando quei dati sul vaccino in apparenza sconcertanti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, l’agenzia del farmaco italiana, e membro del Comitato tecnico scientifico è finito su tutte le pagine e i siti no vax per alcune dichiarazioni fatte in audizione al Senato. In quell’occasione il medico ha collegato 608 decessi ai vaccini contro il Covid. Il Fatto Quotidiano lo ha intervistato per capire meglio le sue affermazioni.

Covid, “608 morti correlate al vaccino”: segnalazioni non confermate

“Nel discorso le 608 segnalazioni sono diventate 608 autopsie, e non è la verità. Sono segnalazioni di decessi a poche ore dalla somministrazione del vaccino o a 200 giorni, cioè sette mesi. La maggior parte di queste persone aveva 78 anni e altre patologie, non è morto nessuno di anafilassi, i casi accertati sono 15 o 16“, ha chiarito.

L’Aifa si occupa infatti di farmacovigilanza passiva, cioè di segnalazioni che possono solo indicare una correlazione con il vaccino e non possono dimostrare un nesso causale con il farmaco, che invece può emergere solo con gli esami autoptici.

Ma le autopsie “non si fanno sempre“, ma sono state eseguite per i casi eclatanti, ad esempio quelli in cui erano state diagnosticate trombosi venose profonde. Si tratta di “0,2 casi ogni milione di dosi”, mentre “la probabilità di morire di Covid è tra il 2% e il 3% sopra i 60 anni e si sale al 10% o al 20% sui 90 anni”.

Covid, “ritardo” nel collegare le morti ad AstraZeneca: l’ammissione

“E i casi mortali certi sono quelli associati al vaccino a vettore adenovirale“, in particolare il Vaxzevria di AstraZeneca, più somministrato rispetto al monodose di Johnson & Johnson, il Janssen. “Quelle trombosi iniziali erano sicuramente ascrivibili al vaccino, la correlazione c’era”.

Giorgio Palù ha ammesso che “c’è stato qualche ritardo nel rendersene conto”. E questo è avvenuto addirittura “a livello internazionale, non solo italiano”.

Terza dose di vaccino Covid: è efficace contro la variante Omicron?

“Con la terza dose” di vaccino anti Covid “gli anticorpi aumentano anche di 15 o 20 volte. Se saranno sufficienti anche a coprire la variante Omicron lo sapremo presto”.

A tal proposito ci sono “uno studio tedesco” e un altro “citato dalla Fda statunitense”, che indicano che è “necessario un titolo neutralizzante superiore a quello garantito dalla seconda dose”, e dunque il booster. “Ma sono solo dati ancora preliminari”.

Giorgio Palù, presidente dell’Aifa.

L’avvertimento di Palù (Aifa): “Rischiamo ospedali saturi a gennaio”

Riguardo la situazione attuale, il medico ha spiegato che l’aumento dei contagi è dovuto “anche alla stagionalità, i casi crescono soprattutto nel Nord e nel Nord Est, dove il clima è più freddo“.

In quelle zone però, ci sono anche meno vaccinati “e c’è il ricircolo del contagio. La protezione, che era al 95% con il prototipo di Wuhan e con le varianti successive, è calata dopo 6 mesi al 45%. E con questo clima al Nord si diffondono particelle di aerosol, non di droplet, di gocce spesse. Tutto questo incide”.

Giorgio Palù ha poi lanciato l’avvertimento: “Con questo andamento dei ricoveri e dei contagi, nonostante i vaccini, rischiamo di trovarci in difficoltà negli ospedali a gennaio“.

Fonte foto: ANSA
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