Cos’è successo stanotte nella guerra tra Russia e Ucraina: Biden critica Zelensky per non averlo ascoltato
Mentre i combattimenti nel Donbass continuano nella loro ferocia, il presidente Usa recrimina di avere avvertito l'omologo ucraino
Il presidente americano Joe Biden ha biasimato Volodymyr Zelensky per non avergli dato retta sull’imminente invasione dell’Ucraina. “Non ha voluto ascoltare, e non solo lui” ha detto il Capo della Casa Bianca tornando durante una raccolta fondi a Los Angeles sugli avvertimenti lanciati da Washington nei giorni prima dello scoppio del conflitto. Al 108esimo giorno di guerra non si placa la ferocia dei combattimenti nel Donbass, come ha riportato nella notte lo stesso presidente ucraino. Mentre a il sindaco di Mariupol denuncia la demolizione dei palazzi della città in mano ai russi, con ancora i corpi delle vittime all’interno.
Il rimprovero di Biden a Zelensky per non averlo ascoltato sull’invasione
Durante un evento benefico del Partito Democratico a Los Angeles, Joe Biden è tornato indietro ai giorni dell’inizio dell’invasione, rimproverando Zelensky di non averlo ascoltato.
“Molte persone hanno pensato che stessi esagerando. Ma sapevo che avevamo informazioni che stava per accadere: Putin stava per attraversare il confine, non c’erano dubbi”, ha dichiarato il presidente degli Usa.
“Putin sta cercando di cancellare non solo la nazione dell’Ucraina ma anche la sua cultura” ha poi aggiunto Biden.
Il punto sul fronte di guerra di Zelensky
Sul campo di battaglia del Donbass le armi non si placano e anzi aumentano di intensità come ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel tradizionale videomessaggio serale. “I combattimenti molto feroci continuano nel Donbass. Ripeto questi nomi ogni giorno: Severodonetsk, Lysychansk, Bajmut, Sloviansk, molti, molti altri” ha detto il Capo di stato, accusando la Russia di voler distruggere tutte le città della parte orientale dell’Ucraina.
Un carro armato delle forze ucraine
Sindaco di Mariupol: “Palazzi demoliti senza rimuovere i corpi”
Sempre nella notte è arrivata la denuncia del sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, fuggito verso il territorio controllato dall’Ucraina, che accusa le forze russe di aver raso al suolo 1.300 edifici, senza però rimuovere le centinaia di cadaveri che sono rimasti tra le macerie, e che sarebbero stati portati in discarica insieme ai detriti.
Secondo la testimonianza del primo cittadino della città in mano russa, in un primo tempo “gli occupanti hanno coinvolto i residenti di Mariupol nello smantellare con cura le macerie” ma quando poi hanno visto il numero effettivo di corpi che venivano trovati hanno immediatamente fatto allontanare i residenti locali.
“Il numero reale di cadaveri sotto le macerie delle case distrutte è spaventoso – scrive Boychenko sul canale Telegram del Consiglio comunale di Mariupol -. Tra le 50 e le 100 persone sono state uccise in quasi tutti gli edifici distrutti e 1.300 palazzi sono stati abbattuti” in città.
Il Comune di Mariupol ritiene che almeno 22mila residenti della città ucraina sudorientale siano stati uccisi durante i primi tre mesi di guerra. “Purtroppo il numero reale delle persone uccise potrebbe essere molto più alto di quanto riportato”, dice Boychenko.