Coronavirus, le tre fasi dell'infezione e i farmaci utilizzati
L'infezione da coronavirus si evolve in tre fasi; per ognuna di esse vengono utilizzati specifici farmaci
Sono tre le fasi che caratterizzano l’infezione da coronavirus, e l’efficacia dei farmaci utilizzati per il trattamento dei malati di Covid-19 varia in base all’aggravarsi dei sintomi. Annalisa Capuano, professoressa associata dell’Università della Campania “Vanvitelli”, ha illustrato i tre stadi al Corriere della Sera, fornendo anche informazioni su quali farmaci vengono utilizzati.
Coronavirus, fase 1 dell’infezione. Antivirali, paracetamolo, idrossiclorochina
“L’infezione è caratterizzata da tre fasi – ha detto Capuano – per ognuna abbiamo farmaci che si stanno rivelando efficaci. Il primo stadio, in cui inizia la replicazione del virus, è quello dei sintomi aspecifici e non gravi: le terapie più indicate sono antivirali, paracetamolo e l’idrossiclorochina, ma quest’ultima va presa sotto controllo medico per i possibili effetti cardiotossici”.
Coronavirus, fase 2 dell’infezione. Tocilizumab
Se le condizioni del paziente non migliorano e l’infezione non si arresta, si passa così alla fase 2: “I farmaci utili per combatterla, accanto agli antivirali, sono Tocilizumab e altre molecole simili – ha precisato l’esperta – con azione antinfiammatoria e immunomodulante diretta contro specifiche interleuchine. Anche basse dosi di steroidi possono favorire il miglioramento delle condizioni dei pazienti”.
Coronavirus, fase 3 dell’infezione. Eparina
Lo stadio successivo è quello in cui si verifica la tempesta citochimica e l’infezione continua a diffondersi. Capuano ha affermato: “Si è visto che, quando il virus entra in circolo, vengono danneggiati i vasi sanguigni ed è frequente la formazione di piccoli trombi: ecco perché in questo step gravissimo della malattia può essere decisiva l’eparina a basso peso molecolare, una sostanza anticoagulante. È un farmaco da somministrare con cautela per il rischio di emorragie, ma da quando è entrato nell’armamentario terapeutico ha probabilmente contribuito alla diminuzione del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva”.
Remdesivir, FDA autorizza il farmaco negli Usa
Per quanto riguarda il Remdesivir, il cui uso è stato autorizzato negli Stati Uniti dopo l’annuncio del presidente Donald Trump, gli studi negli Usa hanno osservato che favorisce i tempi di recupero dei malati. L’autorizzazione è stata rilasciata dalla Fda, la Food and Drug Administration americana, che potrebbe prossimamente pronunciarsi anche su un nuovo tipo di test per individuare i positivi prima che sviluppino i sintomi.
Remdesivir, EMA velocizza lo studio in Europa
In Europa, invece, l’Agenzia Europea per i Farmaci (EMA) ha avviato programma di revisione continua dei dati per velocizzare lo studio del farmaco antivirale Remdesivir. L’EMA ha però precisato che “è ancora troppo presto per trarre conclusioni sul rapporto rischio-beneficio del farmaco”, come riporta l’Ansa.