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Coronavirus, quanto durerà l'epidemia? La risposta degli esperti

Fino a quando avremo a che fare con l'epidemia? Parlano gli esperti del mondo accademico e medico

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Quanto durerà l’epidemia da coronavirus? In molti se lo stanno chiedendo in questi giorni concitati. A rispondere alla domanda è stato Gianni Rezza, il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Intervistato da Repubblica, Rezza, a proposito della durata del virus, ha dichiarato che vorranno “mesi. Abbiamo un numero non piccolo di casi. Siamo arrivati alla seconda o terza generazione di contagi”.

“Il focolaio principale è circoscritto. I nuovi casi sono quasi tutti riconducibili all’epicentro dell’epidemia nel Lodigiano e ai due focolai più piccoli in Veneto”, ha spiegato.

“Ci aspettiamo – ha aggiunto – ancora un aumento dei casi, fino a quando le misure adottate non daranno gli effetti sperati”.

“Ormai è chiaro, è fuori dalla gabbia”, ha ammesso Guido Silvestri, direttore del dipartimento di Patologia alla Emory University ad Atlanta.

“Lo troviamo un po’ ovunque. Infetterà ancora tanta gente – sempre Silvestri -. Per fortuna non fa troppo male, soprattutto sotto ai 60 anni. I giovani restano in buone condizioni e i bambini sembrano resistenti. Il rischio più grande è per anziani e malati in dialisi, con scompenso cardiaco o insufficienza respiratoria. Dobbiamo prepararci bene per prevenire i contagi soprattutto fra loro”.

Silvestri, circa la possibilità che il virus rallenti e cessi in primavera, ha detto: “È solo una sensazione. Ma è possibile che la diffusione del coronavirus sia legata anche a fattori ambientali. Non ci spieghiamo il fatto che nazioni popolose, con legami intensi con la Cina, siano prive o quasi di contagi.”

“Penso a Indonesia, India, Thailandia, Bangladesh, Africa. Forse la temperatura gioca un ruolo nel limitare l’epidemia. In questo caso, il caldo potrebbe frenare il virus anche in Italia, come avviene con raffreddore e influenza stagionale“, ha spiegato il medico.

“Qui la preparazione del sistema sanitario per proteggere i più fragili farà la differenza”, ha concluso Silvestri.

Coronavirus: differenze con la Sars e il timore che possa mutare

“Ma alla fine, allontanando le persone infette, riusciremo a spezzare la catena dei contagi”. A parlare è Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus biomedico di Roma che studia i genomi dei virus sequenziati finora e ne ricostruisce l’albero genealogico.

Ciccozzi è poi passato al distinguo tra coronavirus e Sars: “Abbiamo osservato due mutazioni importanti rispetto alla Sars che circolò nel 2003. La prima rende il nuovo coronavirus più contagioso. La seconda per fortuna fa sì che sia meno letale”.

L’epidemiologo ha quindi parlato della possibile evoluzione e mutazione del virus. “Più circola, più si replica – ha dichiarato -. E più si replica, più alcune lettere del suo Rna vengono modificate. Sono mutazioni casuali, possono essere dannose per l’ospite o anche no”.

“Ma è comunque un rischio – ha aggiunto -. Per questo le epidemie vanno affrontate di petto sempre, anche quando non sembrano gravi”. E ancora: “Ogni volta che si replica, il genoma cambia una lettera ogni mille. E in tutto ha 30 mila lettere”.

Situazione diversa rispetto alla Sars che aveva una “lettera ogni 10 mila”. A breve, nella prossima settimana, si dovrebbero avere i primi genomi del “ceppo italiano” del coronavirus e quindi si potrà capire se e di quanto è mutato.

Giovanni Maga, appello all’Europa: “Servirebbe un coordinamento europeo”

“Nelle prossime settimane, quando questi malati guariranno, vedremo se i nuovi contagi proseguiranno”, è stato l’intervento di Giovanni Maga, virologo e direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.

“Quello che servirebbe – sempre Maga – è un coordinamento europeo. È chiaro infatti che da noi i casi sono tanti perché i test che effettuiamo sono tanti. Se usassimo gli stessi criteri ovunque, avremmo un quadro più chiaro”.

Maga ha spiegato che non c’è alcuna certezza di quando si potrà debellare totalmente il virus: “Prevedere quando è impossibile”.

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