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Coronavirus, 4 scenari per la seconda ondata. L'ipotesi più grave

Il Comitato Tecnico Scientifico ha definito i quattro scenari per far fronte alla seconda ondata di coronavirus in Italia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Gli scienziati del Comitato Tecnico Scientifico hanno terminato di preparare il documento relativo alla cosiddetta “preparedness“, cioè la preparazione alle sfide future della pandemia di coronavirus in Italia. Come riporta ‘La Repubblica’, si tratta di un documento di 100 pagine che sarà presentato alle Regioni. Nel testo gli scienziati del Cts hanno illustrato la “cassetta degli attrezzi” da usare contro il coronavirus al crescere dei contagi in quella che gli esperti hanno definito la “seconda ondata“.

Il testo è simile a quello su cui ci sono state polemiche nei mesi scorsi perché fu secretato.

Ora di numeri non sono stati messi, ma sono stati utilizzati quattro scenari per descrivere l’andamento dell’epidemia, ragionando sia a livello nazionale che locale.

Nello specifico, a fronte della situazione nazionale, nelle singole regioni sono ipotizzati quattro livelli di rischio: basso, medio, alto da meno di 3 settimane e alto più di 3 settimane.

Coronavirus in Italia: i quattro scenari

Il primo scenario si ha quando c’è una bassa circolazione del coronavirus, con focolai sporadici e con un Rt costantemente sotto all’1, una situazione simile a quella di luglio-agosto. In questo scenario sono previste misure di attenzione di tipo primario, più basilari, come il tracciamento dei casi e le precauzioni di protezione standard.

Il secondo scenario scatta se si ha una circolazione nazionale sostenuta, con tanti focolai in aumento, ma in cui non ci sono timori a breve e medio termine perché il Sistema sanitario si dimostra in grado di gestire la situazione. Se in qualche regione, però, il rischio risulta moderato o alto, sono già previste misure importanti, sia nelle scuole che fuori, con contenute zone rosse.

Il terzo scenario si verifica quando l’Rt sale stabilmente, i casi aumentano, i focolai hanno una crescita sostenuta e ci sono rischi di tenuta del Sistema sanitario nel medio periodo. In questo caso potrebbero essere decise anche chiusure di attività sociali e culturali, come discoteche, bar e palestre.

Il quarto scenario scatta quando l’Rt resta stabilmente sopra all’1,5 per almeno 3 settimane e c’è una “criticità nella tenuta del Sistema sanitario nel breve periodo“. I focolai non sono più sotto controllo e non si è più in grado di fare il tracciamento dei casi. In questo caso si creano estese zone rosse, si chiudono scuole e università e si prendono ulteriori provvedimenti mirati a contenere il contagio.

L’Italia, scrive ‘La Repubblica’, si trova ora probabilmente al secondo livello. In certe regioni, come la Campania, si teme di passare al terzo o, comunque, che ci si trovi in una situazione di medio o alto rischio.

Coronavirus: perché si è diffuso prima nel Nord Italia, lo studio Fonte foto: Ansa
Coronavirus: perché si è diffuso prima nel Nord Italia, lo studio
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