Coronavirus, Galli sui focolai: "Hanno connotati preoccupanti"
Poi l'attacco ad alcuni colleghi: "Molti sono pseudo-esperti, si deve studiare"
I nuovi focolai di coronavirus a Mondragone, Bologna e Porto Empedocle “sono la prova che il coronavirus sta circolando ancora presente”. Lo ha detto Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ai microfoni di Otto e mezzo su La7.
“Mi auguro che non si debba dover affrontare un nuovo lockdown – ha aggiunto -, ma va sottolineato come si debba tenere alta la guardia. Mi auguro che aver trovato questi 10 focolai sia l’espressione di una affinata capacità di fare interventi a livello territoriale. Ma alcuni di questi fenomeni hanno connotazioni abbastanza preoccupanti“.
In particolare, secondo il professore bisogna fare attenzione soprattutto ai focolai di Mondragone e della Bartolini: “Da una parte la popolazione meno favorita, con incapacità di percepire le informazioni e garantirsi una soluzione abitativa più sicura, dall’altra l’azienda di Bologna, conferma che il contesto lavorativo può essere pericoloso, come in quel mattatoio in Germania“.
“A quanto pare – ha sottolineato Galli – il 10% degli infettati è responsabile dell’80% delle infezioni. Basta un super–diffusore, anche tra gli asintomatici, per avere il focolaio di Mondragone o del mattatoio”.
Galli attacca alcuni colleghi: “Pseudo-esperti”
Galli si è poi soffermato sulle polemiche nate in seguito alle diverse analisi di esperti sul Covid negli ultimi mesi: “Dichiarazioni non supportate da dati robusti sono inutili e pericolose. Si rischia di venire smentiti dalla realtà immediatamente dopo”.
“Chi di noi non ha sbagliato un granché fino ad ora – ha aggiunto – è chi ha un’esperienza reale su tematiche di questo genere, o sufficientemente affini. Molti sono pseudo–esperti: devi cercare di studiare e se non ce la fai con i dati che hai devi cercare di costruire situazioni che ti permettano di acquisirne altri”.
Galli critica le misure previste per la scuola
E ancora, le misure previste per il ritorno scuola a settembre, Galli ha detto: “Credo che non sarà facile far sì che i bambini riescano a portarsi le mascherine addosso per tutto il periodo in cui stanno in classe. Credo che il distanziamento sia difficile da praticare, è improbabile. Il mio slogan l’ho già coniato, un suggerimento su come realizzare le cose: ‘Più test e meno plexiglas‘, meno misure di distanziamento che non possono essere rispettate.
Galli e la seconda ondata: “Non sono un indovino”
Infine, a Galli viene fatta una domanda sulle parole pronunciate dai dirigenti dell’Oms in merito al rischio paventato di una seconda ondata più temile come avvenne con la spagnola: “Non sono un indovino. La Sars, il cugino più anziano di questo virus, è comparsa e scomparsa dopo aver ballato una sola estate, ma fuori dalla Cina aveva fatto meno di 2 mila casi. Qui ne abbiamo milioni”.
Ed è proprio questo aspetto che può portare a una seconda ondata autunnale, “non necessariamente con una portata come quella della spagnola, si tratta di virus diversi e patogenicità differenti. Non siamo nel 1918, ma siamo molti di più e molto più globalizzati”.