Coprifuoco, l'immunologa Viola ribalta tutto: idea controcorrente
L'immunologa Antonella Viola è contraria al coprifuoco e ha proposto l'alternativa opposta: "Spingiamo la gente fuori casa"
Il tema del coprifuoco è il più discusso negli ultimi giorni, con la possibilità sempre più concreta di una riduzione del suo orario (attualmente fissato dalle 22 alle 5) e un allentamento graduale delle misure restrittive. Con l’estate che si avvicina e i numeri del contagio da coronavirus sempre meno allarmanti in Italia, l’immunologa Antonella Viola ha detto la sua lanciando una nuova proposta controcorrente.
L’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola ne ha parlato ad “Agorà” su Rai 3: “Con la bella stagione e con i numeri che stanno scendendo, penso che dobbiamo concentrarci sulle cose veramente essenziali ed essere più permissivi laddove possibile. Sono sempre stata contraria a mantenere il coprifuoco alle 22″, ha voluto precisare Viola, che ha aggiunto: “La data del 2 giugno anche a me sembra possibile per le riaperture generalizzate”.
“Spingiamo le persone a stare fuori casa”: la proposta di Viola
La proposta dell’immunologa Viola, nel concreto, è questa: “Siccome sappiamo perfettamente che il contagio avviene nei luoghi chiusi, lasciamo che le persone stiano all’aperto il più possibile“. Si tratta di un’idea controcorrente rispetto alle teorie di altri scienziati, ad esempio Massimo Galli, secondo cui un coprifuoco sarebbe utile a limitare gli spostamenti e quindi le occasioni di contagio.
“Questo è un momento in cui dobbiamo spingere le persone a stare fuori casa e non dentro casa“, ha ribadito Viola, avvertendo che “spesso i ragazzi per il problema del coprifuoco tendono a fare cose molto peggiori” come ad esempio “dormire tutti insieme. A questo si aggiunga il fatto che non c’è nessun dato scientifico che dimostri che un’ora di differenza possa cambiare in maniera incisiva l’andamento dell’epidemia”.
Per quanto riguarda le manifestazioni, “ci sono ormai dei dati su esperimenti che hanno funzionato, con persone tamponate o vaccinate”, ha ricordato Viola citando il caso di Barcellona il concerto con 5mila persone, in occasione del quale “non ci sono stati contagi. Dobbiamo fidarci degli strumenti scientifici che ci sono: vaccini da un lato, tamponi dall’altro”.